«Sono qui per portare la Lega alla vittoria e battere Caramaschi» 

La nomina. Il nuovo commissario ha iniziato ieri il lavoro: «A Bolzano tre giorni la settimana» Verrà aperta una sede. «Le faide interne? Ho visto di peggio, ma spero che siano finite»


Francesca Gonzato


Maurizio Bosatra è un lombardo di Lodi, nella Lega da quando aveva venti anni (classe 1971), dal 1994 ha fatto lavoro politico a tempo pieno. Oggi è uno dei pochissimi funzionari rimasti in via Bellerio, dopo lo stop al finanziamento pubblico dei partiti. Già commissario nel 2010 per tre anni, ieri è arrivato a Bolzano per insediarsi. Salvini ha deciso di puntare su di lui come commissario dopo le dimissioni (inevitabili) di Massimo Bessone. Si è trattenuto nell’atrio del consiglio provinciale per una prima riunione con i quattro eletti (poi pranzo insieme) e uno scambio di idee con i Freiheitlichen sulle elezioni europee. Il lavoro vero inizierà lunedì. Incontro con i consiglieri comunali e gli iscritti. L’autodescrizione: «Mi piace più lavorare che chiacchierare».

La vedremo spesso?

Sarò qui tre giorni alla settimana.

Addirittura?

Non mi hanno mandato in Alto Adige per fare un giro. Dobbiamo costruire la Lega altoatesina come partito di governo, con le responsabilità che comporta. Eravamo un piccolo movimento di opposizione, siamo entrati in giunta provinciale e tra un anno quasi tutti i Comuni andranno a elezione. Avremo sindaci e assessori nei principali comuni. Nei Comuni più piccoli l’obiettivo è avere almeno un consigliere ovunque, o quasi.

Una offensiva. Caramaschi, tentato dalla ricandidatura, è avvisato

Sono qui per vincere. È un momento d’oro, grazie a Salvini. Lo vediamo anche come un investimento sulle persone: se hai un centinaio di consiglieri che fanno palestra politica, riesci a costruirti una classe dirigente. Va fatto tutto, siamo senza una sede, che va trovata e aperta.

Lei è il braccio destro di Calderoli, lo aveva seguito anche al ministero come capo di gabinetto. Chi sono stati gli altri suoi maestri politici?

Ho lavorato con tutti, Bossi, Maroni, Giorgetti, Salvini, che conosco da quando eravamo ragazzi e andavamo in giro per Milano a fare volantinaggio. Ho imparato da tutti, con i loro pregi e difetti. Bossi un visionario assoluto, Salvini maestro della comunicazione.

Perché Bessone ha dovuto rassegnare le dimissioni come commissario?

Doveva scegliere se fare il commissario o l’assessore.

Tra i suoi compiti c’è anche mettere fine alla guerra interna?

Sono problemini, beghe da cortile. In venti anni ho visto di peggio.

Non proprio problemini. Veleni, chat passate ai media, sgambetti .

Sono cose personali, conto che siano già finite, non sono divisioni sulla linea politica. Comunque la nostra regola è prima la Lega, poi le persone.

A proposito di regole, Kevin Masocco ha dovuto dimettersi dal consiglio comunale per un audio violento e le offese a Laura Boldrini, che non ha ancora ricevuto le scuse. Kurt Pancheri ha definito «finocchi» i gay: metterà un freno a questi comportamenti?

Masocco non lo conosco, si è dimesso, non credo che si debba infierire ulteriormente. Le regole ci sono, vanno seguite. Il partito è una cosa seria, non un mercato in piazza, evitiamo di complicarci le cose.

Alle comunali la Lega continuerà con la strategia in solitaria o aprirete ad alleanze?

Valuteremo tutto. Alle elezioni regionali stiamo andando con alleanze di centrodestra, con la Lega come traino.

A Bolzano il candidato sindaco dovrà essere un leghista doc? Non avete molte figure spendibili.

Qualcuno c’è e altri magari si trovano. Ci sono persone interessanti iscritte, che restano appartate. Ne conosco alcuni.

Esclude un candidato esterno?

Se arrivasse un personaggio forte... Vedremo.

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