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Spaccio al parco Cappuccini: consumatori sempre più giovani 

Maria Lo Russo, coordinatrice pedagogica del Centro Vintola: «Degrado allarmante: la zona in mano agli spacciatori». Il sindaco: «Ne ho parlato al prefetto». Gennaccaro: «Puntavamo sugli eventi, programma ridotto dopo le proteste»



BOLZANO. Ore 18 di lunedì, via Alto Adige in direzione di via Garibaldi: una donna passa in bici e viene scippata. Ha commesso la leggerezza di aver lasciato la borsa nel cestino posteriore. A rubargliela - dice lei - due tossicodipendenti. In quella borsa c’era tutto: documenti, cellulare, patente, tessera sanitaria, passaporto, bancomat, carta di credito, chiavi di casa, lucchetto della bici, postepay e un centinaio di euro. Ma i soldi sono la cosa meno importante; spera di recuperare il cellulare e i documenti. Per questo ha lanciato un appello attraverso il nostro giornale: se qualcuno dovesse trovare qualcosa è pregato di inviare una mail all’indirizzo elisamartinig@gmx.de.

Partiamo da quest’ultimo episodio - nella scala di gravità dei reati può sembrare poca cosa ma per chi lo ha subìto il danno è pesante - per raccontare il degrado di una parte della città a ridosso del centro storico, perché compresa tra il parco dei Cappuccini, via Isarco, via Alto Adige, via Perathoner.

La pedagogista

Lo facciamo anche raccogliendo lo sfogo di Maria Lo Russo, coordinatrice pedagogica del Centro Vintola: «C’è una situazione che è ogni giorno più critica. Il parco dei Cappuccini, polmone verde meraviglioso, è ormai un centro di spaccio a cielo aperto, con un viavai continuo di tossicodipendenti. Le vie limitrofe sono popolate da soggetti poco raccomandabili, che bivaccano nell’area tra via Alto Adige e il teatro di piazza Verdi. C’è chi vende e chi si fa di crack. Passare da quelle parti è rischioso di giorno e lo diventa ancora di più quando fa buio. Se si chiamano le forze dell’ordine, arrivano, però ti dicono che non possono fare nulla. Il mio timore è che prima o poi succeda qualcosa di grave».

Il disagio

Preoccupato per la situazione il sindaco Renzo Caramaschi che, qualche giorno fa, ha portato il tema all’attenzione del Comitato ordine e sicurezza pubblica, coordinato dal prefetto Vito Cusumano: «Non è che a Verona, Milano, Vicenza la realtà sia diversa, ma questo non ci consola. Facciamo ciò che è possibile. Abbiamo un nucleo all’interno della Polizia municipale che si occupa specificatamente del problema e le relazioni che ricevo sono allarmanti, in particolare per l’età dei consumatori di stupefacenti. Però non si può chiedere al sindaco di fare quello che non fanno i genitori. Abbiamo troppi ragazzi allo sbando e famiglie del tutto assenti».

L’analisi del sindaco lascia poco spazio alla speranza di riuscire ad invertire la rotta: «C’è tanta noia; ci sono forme di disagio proprio tra i giovanissimi che si sono aggravate durante la pandemia. Peccato, perché abbiamo impianti sportivi, strutture culturali, un calendario di eventi interessante, ma quando hai il vuoto dentro, non riesci ad apprezzare nulla».

Consumatori giovanissimi

Il comandante della Polizia municipale Fabrizio Piras conferma la preoccupazione, in particolare per l’età dei consumatori di droghe, che vanno a rifornirsi nella zona di parco Cappuccini e parco Stazione: «Proprio per cercare di contrastare il fenomeno, da un anno e mezzo abbiamo costituito un nucleo di otto vigili, formato ed addestrato, che si occupa esclusivamente di spaccio. Durante i controlli, che sono quotidiani, ci troviamo davanti anche ragazzi di 14-15 anni, perché tende ad abbassarsi l’età. Li segnaliamo come consumatori; sequestriamo sostanze; denunciamo gli spacciatori. La legge più di così non ci consente di fare».

Eventi e proteste

«Il degrado si combatte - dice Maria Lo Russo - riempiendo di iniziative ed eventi parco Cappuccini. Invece Bolzano è sempre più una città per vecchi e per turisti. Ultimamente si organizzano più eventi al parco delle Semirurali che in centro storico».

Sulla “cura” l’assessore Angelo Gennaccaro concorda: «Proprio nella convinzione che musica, teatro, danza, spettacoli possano tener lontani spacciatori e balordi, le scorse estati abbiamo organizzato a parco Cappuccini una serie di eventi. Questo ci consentiva di chiudere il parco in anticipo per gli allestimenti. Lo faremo anche quest’anno, ma con un programma ridotto. E il motivo è molto semplice: riceviamo, ogni volta, una raffica di telefonate di protesta. Perché la musica è troppo forte; perché il rumore non dà tregua e non si può chiudere occhio fino a notte fonda. Allora bisogna decidere cosa vogliamo. È così in centro storico, ma lo stesso discorso vale per il parco delle Semirurali. Io credo che un po’ di tolleranza da parte di tutti non guasterebbe». A.M.

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