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Speed check, in Alto Adige sono la fabbrica delle multe

In sei mesi oltre seimila sanzioni per un totale di 250 mila euro. Quattro municipi non comunicano dati su contravvenzioni ed entrate


Davide Pasquali


BOLZANO. Speed check, è boom anche in Alto Adige. Lo dicono i dati resi pubblici dai consiglieri provinciali della Südtiroler Freiheit, che li hanno raccolti con la collaborazione degli uffici provinciali e dei trentanove municipi coinvolti, anche se in diversi casi si è sfiorata la reticenza. Allo stato attuale, in provincia risultano installati 125 box, grazie ai quali, nel corso del secondo semestre del 2016, sono state elevate oltre seimila sanzioni per eccesso di velocità e si sono raccolti quasi 250 mila euro. Questo dato, però, non è completo. Perché, come detto, undici Comuni non hanno acconsentito a fornire le cifre sulle entrate percepite. Di questi, sette hanno fornito almeno il numero di sanzioni elevate, in maniera tale da dare almeno un’idea sullo status quo. In altri quattro casi, invece, nonostante i consiglieri comunali e provinciali avessero diritto ad ottenere i dati, i municipi non hanno acconsentito. In tre comuni - Bronzolo, Santa Cristina e Fié - si sa solo che in ciascuno ci sono due box; il caso più eclatante riguarda il paese di Nova Levante, del quale si sa solo che conta su ben 4 box, ossia la metà di quelli bolzanini. Qui il desiderio di trasparenza pare non essere di casa: non si sa quante sanzioni siano state elevate né l’ammontare degli introiti per il Comune.

Il martellatore, fra i Comuni altoatesini, risulta Chiusa. Con soli due speed check (e in soli sei mesi) si sono elevate mille sanzioni. Quanto si sia incassato non è dato sapere. Si tenga presente, comunque, che nel capoluogo, nel medesimo periodo, le contravvenzioni elevate sono state solo 341. Al secondo posto sta Nova Ponente, con 984 sanzioni. Qui amano la trasparenza e hanno comunicato: 51.797 euro. Idem per quanto attiene Merano: 966 multe per 49 mila euro. In termini di incassi assoluti - con ogni probabilità perché, anche viste le veloci e dritte strade di fondovalle, si corre di più e quindi le sanzioni sono più pesanti - vince Bolzano, dove in sei mesi si sono incassati 54 mila euro. Tolti i sette Comuni che non hanno comunicato il dato sugli incassi - un fatto piuttosto grave perché riguarda oltre 2.300 sanzionati su poco più di seimila, quindi oltre un terzo del totale, e questo senza contare i Comuni reticenti anche sul numero di sanzioni - dopo Bolzano, Nova Ponente e Merano solo Caldaro, Prato Stelvio e Ora hanno incassato più di 10 mila euro. Ha incassato zero chi aveva installato i box da pochi giorni. Pare siano gli stessi cittadini a chiedere ai Comuni l’installazione dei box. Tanto che oltre ai 39 Comuni in cui già sono presenti, in altri 14 si sta pensando di installarli o lo si è già programmato. Si tratta di Postal, Velturno, Fortezza, Glorenza, San Candido, Laives, Luson, Montagna, Rio Pusteria, Vadena, Salorno, Campo Tures e Scena. I Comuni controllati dai box salirebbero così a 53 su un totale di 116.

«Norme poco chiare». E c’è chi impugna. Nella mattinata di ieri la Südtiroler Freiheit ha organizzato un tavolo di lavoro alla presenza dei tecnici provinciali e dei rappresentanti delle polizie locali dell’Alto Adige. Inequivocabile e palese, nella relazione dei tecnici provinciali e nei successivi commenti da parte dei vigili urbani, la difficoltà normativain cui siimbatte quotidianamente chi tenta di migliorarela sicurezza stradale limitandola velocità dei mezzi in transito sulle strade provinciali. Sugli speed check si attende un regolamento statale ormai da quasi sette anni. Sull’argomento esistono soltanto circolari del ministero, al momento siamo quasi a venti, che spesso e volentieri si contraddicono fra loro. Si è arrivati al punto che un ministro (Lupi, aveva promesso di far rimuovere tutti i box) è stato smentito il giorno successivo alle proprie esternazioni dai tecnici del suo stesso ministero: sono leciti. I vigili urbani vorrebbero che gli speed check potessero essere usati anchein assenza di un presidio nei loro pressi da parte delle forze dell’ordine, ma attualmente non è possibile. Ieri si èinvece definitivamente chiarito che, secondole recenti interpretazioni giuridiche, non occorre la contestazione al momento dell’infrazione. Servono però sempre i cartelli con l’avviso sugli imminenti controlli alla velocità, per rimontare e smontare i quali i vigili perdono molto tempo, che potrebbero dedicare ad altro. In questo guazzabuglio, intanto, c’è chi presenta ricorso. A Bolzano, come spiega il comando, a oggi è accaduto almeno cinque volte e, finora, ha sempre avuto ragioneil Comune. Soltanto in un caso si è raggiunto il terzo grado di giudizio e ancora non si sa come andrà a finire.













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