Speed check, si va avanti «Non sono illegittimi»

Il comandante dei vigili urbani Ronchetti: non devono essere omologati L’assessore Peintner: troppe vie invitano a correre, punte fino a 120 km orari


di Davide Pasquali


BOLZANO. Non tutti sono entusiasti, in commissione consiliare alla mobilità, ma tanto a decidere alla fine sarà la giunta comunale, sindaco e assessori, perché il parere dei consiglieri è soltanto tale e non certo vincolante. Stiamo parlando degli speed check, gli autovelox nascosti nelle colonnine arancioni a lato strada. Dopo la presentazione ai commissari tre settimane or sono, ieri ci si è rioccupati della questione. E per supportare le intenzioni del municipio, sono intervenuti in commissione mobilità il comandante dei vigili urbani Sergio Ronchetti e il direttore dell’ufficio mobilità, l’ingegner Ivan Moroder. Portandosi dietro tanto di dati, via per via. C’è chi, in città, in certe ore su certe strade, se ne viaggia anche a 120 chilometri orari. E devono essere fermati.

«Non si capisce davvero perché vogliano insistere in questa maniera», è il commento del consigliere comunale di A-Team Claudio Degasperi. «Un affare poco chiaro, nel quale non si capisce chi ci guadagni», commenta. «Soprattutto si tratta di un sistema ingannevole, che per di più è costosissimo. Stiamo parlando di 14-15 volte il costo di mercato di quei barilotti di plastica... Fra il resto, una volta capito che sono vuoti e dentro non hanno l’autovelox, dopo i primi giorni, nessuno tirerà più su il piede dall’acceleratore e così andrà a farsi benedire anche l’effetto psicologico, fra il resto non provato da nessun serio studio scientifico, accademico o ministeriale».

Non del tutto convinta la consigliera Verde Wally Rungger, che però ieri ha sottolineato la necessità di dover limitare in città la velocità dei veicoli in transito. Più convinti i consiglieri Stefan Konder, Svp, e Vitantonio Gambetti, Zona Franca. Quest’ultimo precisa: «Il comandante Ronchetti nel corso della riunione della commissione, ha spiegato con dovizia di particolari che gli speed check non richiedono l’omologazione, solo si devono rispettare alcune prescrizioni, come un cartello di avviso alcune centinaia di metri prima eccetera». Si possono installare, si è spiegato, spenti o accesi. «In questo secondo caso devono essere segnalati come tali». Contrariamente a ciò che in tanti pensano, «fotografano non il davanti ma il retro dell’auto, per privacy». Gambetti si dice favorevole a qualsiasi elemento che possa diminuire la velocità delle auto in città, «specie dopo la presentazione dei dati del Comune». L’ufficio mobilità, infatti, nei mesi scorsi ha effettuato una serie di rilevazioni, non a scopo sanzione, ma statistico. Si parla di viale Druso, via Innsbruck, via Einstein, via Vittorio Veneto... C’è chi, di notte, viaggia anche a 120 chilometri orari. «Dove può, la gente tira».

«Non abbiamo deciso ancora nulla», tiene a chiarire l’assessore alla mobilità Judith Kofler Peintner. «Abbiamo solo ragionato a livello tecnico e normativo, e abbiamo visto che questi mezzi non sono illegittimi. E abbiamo fornito dei dati ai consiglieri. La velocità è un problema e l’obiettivo centrale deve essere la sicurezza, per tutti: pedoni, ciclisti e per gli stessi automobilisti». L’assessore sostiene: «Tutto vero. Gli strumenti possibili sono molti: educazione, sensibilizzazione, campagne pubblicitarie. Ma, alla fin fine, quando ci vuole, deve arrivare anche qualche sanzione». Non si vuole fare cassa, il concetto dei rallentatori di velocità era già inserito nel piano del traffico, e costeranno poco anche perché si tratterà di un progetto sperimentale. Ergo, pare difficile che ci si rinuncerà.

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