Stangata rifiuti su pizzerie e ipermercati

Le bollette Seab: rispetto al 2012 rincari pesantissimi per ristoranti, pub e bar. Ma le più penalizzate sono le cliniche


di Davide Pasquali


BOLZANO. La peggio è andata di certo agli ospedali e alle cliniche, che segnano rincari fantascientifici: +1078% in soli quattro anni. Ma anche gli ipermercati e i grandi magazzini non scherzano: segnano un +175% di aumento dal 2012 al 2016. Sono le tariffe applicate da Seab per l’asporto rifiuti, considerando le differenze intervenute fra il vecchio sistema e il nuovo sistema di raccolta, introdotto nel 2013 e basato sul bidoncino condominiale o aziendale a seconda dei casi da considerarsi. Nel 2016 male è andata pure a supermercati e macellerie (+62%), amburgherie e birrerie (+47%), ristoranti pizzerie e pub (+40%).

I tecnici provinciali lo definiscono Verursacherprinzip, ovverosia: chi più inquina, più paga. A Bolzano il principio è stato applicato in una forma che da molti è giudicata tutt’altro che ottimale, però si tratta di una mera questione di opinioni. Quel che è certo, invece, è che la conseguenza pratica dell’introduzione della nuova raccolta rifiuti, nel 2013, si è palesata tramite un sovvertimento delle consuetudini tariffarie: si era abituati a pagare tot, poi è cambiato tutto, per quasi tutti. E se per una famiglia un rincaro significativo può risultare semplicemente gravoso (anche se i bolzanini morosi sono sempre di più, motivo per cui Seab ora si è vista costretta a incrementare significativamente il proprio fondo rischi), per un’azienda un rincaro significativo può trasformarsi in un fortissimo ostacolo al mantenimento e/o allo sviluppo imprenditoriale. Unica via d’uscita, far ricadere l’aumento tariffario sulla propria clientela. E allora, facile immaginare possibili rincari in una clinica privata, in un ipermercato eccetera.

Sono mica chiacchiere, bensì numeri. Le percentuali di rincaro sono visibili nella tabella qui accanto e ognuno potrà tirare le proprie conclusioni sull’opportunità o meno di certi rincari e pure di certe diminuzioni di tariffa, che pure ci sono state e in taluni casi significative assai, seppur non confrontabili col climax raggiunto dai rincari.

Oltre alle percentuali, però, urge considerare i valori assoluti, ossia le cifre effettivamente pagate in bolletta. Partiamo da un esempio a caso, ossia banche e istituti di credito. In media, una banca nel 2016 ha pagato il 35% in meno rispetto al 2012, quando le tariffe erano basate su un sistema totalmente differente dall’attuale, il quale tenta di pesare le quantità effettivamente prodotte. In termini assoluti, nel 2012 una banca pagava 2.149,74 euro, oggi ne paga 1.400,75. Discreto sconto, per carità, ma insomma si può ritenere non faccia la differenza.

Ma prendiamo ora due esempi negativi, i due più negativi. Una clinica privata, nel 2012, in media pagava di tariffa rifiuti 2.399,30 euro l’anno. Insomma, pochetto anzichenò. Probabilmente, sarà stato anche giusto aumentare la bolletta, ma per arrivare all’esplosione studiata da Seab occorreva un certo impegno: +1078%. Detta così, si capisce poco niente. In termini assoluti, però, si comprende tutto: si è passati da nemmeno 2.400 euro l’anno, ossia 200 al mese, a 28.274,37 euro l’anno, ossia quasi 2.400 euro al mese. Dieci volte tanto.

Altro caso eclatante riguarda gli ipermercati e i grandi magazzini. Qui il rincaro è stato, per così dire, soltanto del 175%. Ma per comprendere cosa ciò significhi davvero, occorre considerare il quantum pagato. Nel 2012, un ipermercato in media pagava già un discreta sommetta: 21.132,39 euro l’anno. Ora, nel 2016, siamo esplosi: 58.036,09 euro l’anno. Quasi cinquemila al mese. Riversati poi, ovviamente, sui clienti.

Alla Seab, dopo la tempesta di lamentele durata tre anni e seriamente presa in considerazione con l’arrivo del commissario straordinario del Comune, Penta, hanno compreso che così non si può. E allora, nel programma 2016 si è promesso: restituzione ai bolzanini dell’esubero 2015 (1,8 milioni di euro); riduzione tariffaria specie per le utenze produttive; bilancio del servizio equilibrato e senza esuberi. Le aziende pagheranno sui rifiuti realmente prodotti e non in base alla superficie. La tariffa base sarà diminuita, aumentando la quota di tariffa legata alla quantità effettivamente prodotta. Verrà attivato un tavolo tecnico con le aziende per studiare un nuovo modello tariffario. Le nuove tariffe 2017 verranno approvate entro settembre.

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