Stanziati 550 mila euro per curare i malati di gioco

La Provincia ha portato da 103 mila a 200 mila euro i fondi per l’Azienda sanitaria L’assessore Stocker: fondi anche Hands, Caritas e altre organizzazioni locali



BOLZANO. La giunta provinciale ha deciso ieri di raddoppiare i fondi per i giocatori patologici destinati all’Azienda sanitaria e di stanziare, complessivamente, 550 mila euro per tutto il 2014. Ad illustrare la misura, che coinvolge anche diverse associazioni locali e i Comuni, che si confrontano quotidianamente con un fenomeno in costante crescita, è stata Martha Stocker a margine della conferenza stampa di giunta.

«La decisione presa oggi - spiega la Stocker - riguarda un anticipo di 100 mila euro concesso all’Azienda sanitaria per l’avvio di un programma di lavoro specifico e di una serie di interventi della Rete dei servizi per il gioco d’azzardo patologico».

Nei confronti dell’Azienda sanitaria, come conferma il direttore amministrativo Marco Cappello, gli stanziamenti sono stati raddoppiati e sono passati dai 103 mila euro del 2013 agli attuali 200 mila. «Si tratta di uno stanziamento vincolato al progetto “Lotta alla dipendenza dal gioco” e l’aumento dell’importo la dice lunga sulla rilevanza della problematica. Il gruppo di lavoro che se ne occupa direttamente è coordinato dal direttore sanitario dell’Asl Oswald Mayr. I fondi, finora, sono stati utilizzati prevalentemente a Bolzano e nella zona di Bressanone, presso la struttura specializzata di Bad Bachgart».

Ma, come ha sottolineato ieri l’assessore alla sanità Martha Stocker, i fondi non sono destinati solamente all’Azienda sanitaria. «In prima linea - spiega l’assessore - ci sono anche Forum prevenzione, la Caritas e Hands. Ma siamo pronti a valutare e sostenere, via via, i progetti portati avanti dai Comuni». In buona sostanza chi porterà avanti iniziative informative e sulla prevenzione potrà fruire, sempre nei limiti del budget preventivato, dei contributi provinciali. L’importante, soprattutto in questi casi, è riuscite a fare rete. Per quanto attiene poi la rimozione delle slot-machine è stato sottolineato il ruolo, fondamentale, del capoluogo che, dopo aver optato per la linea dura nonostante le forti perplessità e la dura opposizione degli esercenti e dei noleggiatori, è riuscito a coinvolgere anche i Comuni limitrofi, da Merano a Laives, fino a Bressanone. Resta, peraltro, ancora molto da fare.

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