«Startup weekend», la vittoria delle idee

I partecipanti sono stati 75: a trionfare una serra a forma di mela e un dispositivo per aiutare i non udenti alla guida



BOLZANO. Un’idea non è ancora un’impresa ma i due progetti - ApfelHaus e Friends of Deaf - che hanno vinto lo Startup Weekend dello scorso fine settimana, hanno tutte le carte in regola per regalare grandi soddisfazioni ai team che li hanno elaborati. Entusiasmo, creatività, un pizzico di sfrontatezza giovanile e alte professionalità – in campo economico, ingegneristico, informatico, del design – sono le caratteristiche che hanno accomunato gli 11 gruppi di lavoro in cui sono stati suddivisi i 75 partecipanti a un evento che ha replicato per la terza volta in Alto Adige una formula di successo sperimentata in oltre 600 città al mondo.

Durante le 54 ore di lavoro nonstop, i partecipanti allo Startup Weekend hanno dato fondo a tutte le energie per perfezionare le loro idee di prodotto o servizio innovativo che hanno illustrato durante il pitch, la presentazione alla giuria domenica pomeriggio: cinque minuti durante i quali, di solito, si decide la vita o la morte di un progetto imprenditoriale. Se l’aspirante startupper riesce a convincere l’investitore della bontà della sua proposta e del modello di business collegato, questi avrà a disposizione i mezzi per dare finalmente vita alla sua creatura.

Tre erano le tracks - o categorie - previste per la premiazione dei progetti: Creative Minds (per il progetto più creativo), True Innovation (per l’idea più innovativa), People’s Project (per il progetto migliore, come votato dai partecipanti). La scelta non è stata semplice. La giuria – composta da Alberto Stuflesser (direttore generale Sel e business angel), Mario Varesco (co-fondatore di MM Design), Harald Oberrauch (membro del CdA Durst e business angel), Petra Gratl (Manager Business Incubator – TIS innovation park) e Timotheus Fleckinger (asset manager e trader della Banca Popolare) – ha deciso di premiare Apfelhaus per la categoria Creative Minds. Il progetto Friends of Deaf (amici dei sordi ndt.) si è aggiudicato quelle per True Innovation e People’s Project per il suo grande valore sociale, caratteristica molto apprezzata in una terra, come l’Alto Adige, sensibile verso questa tematica.

ApfelHaus nasce da un’idea dello studente di unibz, Francesco Ghirardini, coadiuvato da altri sei giovani, di varia provenienza, equamente divisi tra economisti e ingegneri. Si tratta di una mini-serra a forma di mela e, al contempo, un oggetto di arredamento per gli amanti dell’hi-tech. ApfelHaus consente agli amanti delle piante bonsai di provvedere alla loro idratazione e illuminazione con il minimo sforzo. La mini-serra, infatti, fa tutto da sola: è collegata a una app che sceglie le giuste quantità di luce e acqua per la pianta da un archivio contente i dati di oltre 6.000 piante ornamentali. Una volta impostata, la serra misura costantemente l’umidità e la luce interna, auto-regolandole per mezzo di sensori azionati da minipannelli solari. L’idea di questo prodotto nasce da una passione, come spesso avviene in questi casi. All’ultimo anno delle superiori, Ghirardini aveva provato a far crescere, da solo, un bonsai. La pianta è morta presto ma la tenacia dello studente è stata ricompensata. Il suo ingegno e il desiderio di prendersi cura di una pianta, pur senza avere ciò che si dice il pollice verde, hanno generato una soluzione tecnologica ad hoc.

Il secondo progetto - Friends of Deaf (amici dei sordi, ndt.), oltre al premio per la categoria True Innovation, si è aggiudicato anche quello per il People’s Project (il più votato dai partecipanti). La fondatrice, Mila Jankovic, e la co-fondatrice, Matilda Sulmeta, studentesse di economia a Trento hanno collaborato con l’Ente nazionale sordi della città. Assieme all’organizzazione non profit, hanno redatto un questionario per capire quale fossero i problemi più urgenti dei non udenti. Hanno così scoperto che la sicurezza al volante è una delle preoccupazioni più vive. Mila e Matilda sono partite dal dato che, in Italia, esistono 70.000 persone con problemi di udito. Nel mondo, queste sono addirittura circa 368 milioni. Realizzare un prodotto che può salvare la vita ai guidatori con questo tipo di problemi potrebbe avere un effetto dirompente sul mercato. Durante lo Startup Weekend, a Mila e Matilda si sono aggregati Greta Höller, ingegnere sudtirolese, e Jan Bim, informatico olandese. Insieme hanno creato un dispositivo, simile a un telepass, che i guidatori con difficoltà uditive posso applicare al cruscotto. Questo, collegato a un sensore acustico, invia segnali cromatici al guidatore in caso di pericolo: la luce emessa è rossa se il sensore rileva la sirena dell’ambulanza, dei pompieri o della polizia, gialla se si tratta del clacson di una normale automobile. Lo stesso servizio può essere svolto anche da una applicazione per smartphone che funziona secondo lo stesso principio.

«Il livello degli iscritti anche quest’anno è stato molto alto. Inoltre il luogo, la startup Vitamin, ha contribuito a dare una spinta alla motivazione dei partecipanti sia di quelli con esperienza che di quelli all’esordio», ha commentato Alessandro Narduzzo, organizzatore del fine settimana e professore di strategia di impresa nella Facoltà di Economia unibz, «si tratta di un’iniziativa che fa bene».

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