Stop al patentino per i prof La Provincia blocca tutto

La giunta accoglie in Consiglio un documento di Urzì che mette fine ai timori Tommasini: «Corsi sul metodo veicolare». Achammer: unificazione di servizi



BOLZANO. Certificazioni linguistiche per i nuovi docenti? Il consiglio provinciale ha bloccato ieri la bomba che si stava innescando nel mondo della scuola. È stato approvato un ordine del giorno di Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) che esclude dalla futura riforma della scuola il requisito del patentino di bilinguismo o altre forme di certificazione per i docenti che non abbiano ancora l'abilitazione e che vogliano accedere alle graduatorie provinciali. Il documento di Urzì è stato fatto proprio dalla giunta e approvato. L’assessore alla scuola italiana Christian Tommasini ha sempre negato che i «requisiti speciali» previsti nella legge Omnibus sulla scuola, da specificare con successiva delibera, si riferissero alle certificazioni linguistiche. «L’approvazione del documento porta finalmente chiarezza», replica Urzì, reduce anche dalla polemica sui corsi di «autonomia» per i nuovi docenti italiani previsti nella medesima Omnibus. Questo il passaggio della legge, non ancora approvata, che ha aperto il caso delle certificazioni: «Le nuove graduatorie provinciali per l’accesso ai ruoli e per le classi di concorso delle scuole in lingua italiana vengono istituite dopo l’entrata in vigore delle norme relative ai requisiti speciali prescritti per l’insegnamento nelle scuole della provincia di Bolzano». Quali requisiti speciali? La prima volta che si parò di certificazioni, anzi direttamente di patentino B, fu un mese nell’incontro di Tommasini e dei vertici della sovrintendenza scolastica con i docenti. «Puntiamo alla certificazione linguistica B per tutti coloro che devono ancora fare l'abilitazione», dichiarò il direttore di ripartizione Renzo Roncat. Come conferma, sul sito della Cgil, è stata pubblicata una bozza di delibera di giugno che già prevedeva la certificazione B2 e un corso con esame finale sulla storia dell’Alto Adige. Questa la presa di posizione di Tommasini: «Quella bozza di delibera non è mai stata discussa in giunta». Cosa intende allora l’assessore per requisti speciali? «Se vogliamo una scuola realmente trilingue per tutti, dobbiamo fare sì che le future generazioni di insegnanti sappiano muoversi e conoscere le specificità di una realtà plurilingue. Moduli di conoscenza della metodologia Clil (l’insegnamento di materie nella seconda o terza lingua)possono essere organizzati dalla Lub in collaborazione con le intendenze». E infatti l’ordine del giorno di Urzì, condiviso dalla giunta, cita l’obiettivo di rafforzare «le competenze nella didattica Clil». Da notare anche la risposta dell’assessore Achammer a Sven Knoll (Stf), che contesta 5 milioni di tagli alla scuola tedesca negli ultimi anni. Achammer annuncia che «si sta lavorando per raggiungere l’uniformità, anche operando su servizi in comune alla scuola tedesca e italiana». (fr.g.)

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