I nuovi italiani

Storia di Samy, dal Kurdistan a tre saloni con 9 dipendenti 

È arrivato in Italia nel 2002, ha lavorato e studiato sodo per diventare parrucchiere. Oggi vive a Merano, dove ha aperto tre negozi e dato lavoro: «Il razzismo? Esiste ma io sono più forte»


Alidad Shiri


BOLZANO. L’immigrazione è un argomento complesso, pieno di storie contraddittorie. Spesso l’attenzione si concentra su aspetti negativi, ma se solo apriamo gli occhi e facciamo parlare le persone, possiamo scoprire delle storie straordinarie che vanno al di là degli schemi politici, storie di chi è partito dal nulla e con molta determinazione ha valorizzato tutte le sue capacità rimanendo profondamente umile ed umano, circondandosi così della simpatia e collaborazione di tanti che lo hanno accompagnato nel suo percorso a braccia aperte.

Samian Salih, titolare del salone Samy Hairstyle di Merano, ha 29 anni. Viene dalla regione del Kurdistan, a nord dell’Iraq. Dal 2002 è in Italia con la sua famiglia, prima a Roma, dove ha iniziato il suo percorso scolastico dalla quinta elementare alle medie.

Poi si è trasferito in Alto Adige dove ha continuato gli studi con la formazione professionale alla scuola Einaudi. Si sente una persona capace di integrarsi in ogni situazione e con ogni lingua. Tanto è vero che si è spostato in Europa sempre per la sua formazione, in accademie tedesche, francesi e inglesi oltre che in quelle italiane nell’arte dell’acconciatura. È diventato un parrucchiere noto, umile e molto disponibile, capace di portare sempre le novità a Merano.

Alla domanda se ha vissuto fenomeni di razzismo sulla sua pelle risponde: «In passato, appena mi sono trasferito da Roma in Alto Adige, ho subito episodi di razzismo, però non ho dato loro valore perché per me derivavano da ignoranza e ho sempre puntato sui miei progetti in alto».

Oggi Samy è arrivato ad essere un giovane imprenditore, grazie al duro lavoro, alla passione e ai sacrifici che ha fatto per potere aprire il suo primo salone dei sui sogni. Afferma: «Non è stato facile, ma la voglia di farcela e arrivare sempre più in alto è stata più grande di ogni cosa».

Al momento ha nove dipendenti, quindi dà lavoro anche a giovani italiani, e si sente soddisfatto di quello che ha realizzato. «Sono davvero molto orgoglioso e fiero del mio team, un team giovanissimo con la mia stessa passione per questo stupendo lavoro. Sapere di dover dare da mangiare a 9 famiglie mi fa sentire molto responsabile e sempre con i piedi a terra. Perché crescere in 3 anni così tanto è anche merito del mio team che ci ha sempre messo voglia e amore nel proprio lavoro».

Lei si è sentito accolto bene all’inizio della sua attività?

Mi sono sentito da subito molto accolto dai miei clienti, soprattutto la cosa che mi fa più onore è il momento in cui il cliente entra in salone e si affida completamente alle mie mani dicendomi semplicemente: “Fai tu!”. Poi è compito mio valorizzare la sua bellezza e accontentare ogni suo minimo desiderio.

Il suo lavoro, sotto l’aspetto organizzativo, è difficile?

Sinceramente dal primo giorno è stata molto difficile la parte burocratica in quanto il tutto richiede sempre tanto tempo e denaro. E soprattutto bisogna costantemente aggiornarsi sulle leggi e adeguarsi ad ogni nuova circolare ministeriale e provinciale che esce.

Con chi ha condiviso il suo spazio all’inizio della pandemia?

Questo periodo nuovo, strano e insolito l’ho condiviso con la mia famiglia, e in modo virtuale con i clienti che avevano bisogno di ogni consiglio possibile. Mi sentivo come un centralinista.

Cosa ha fatto durante pandemia per tenersi occupato?

Durante la pandemia non ho fatto altro che fare corsi online, tenendomi sempre aggiornato su ogni cosa nuova, e ripassando tutti gli appunti di 6 anni di studi e formazione; così potevo rinfrescarmi la mente e mi sono anche organizzato facendo dei concorsi virtuali, mettendo in vincita prodotti di capelli e piastre, phon GHD di ultima generazione per stare vicino ai miei clienti anche in un momento difficile. Perché per me viene prima il loro sorriso e sapere di aver fatto felice una persona conta molto.

Quali sono stati i sentimenti, positivi e negativi, le paure che ha avuto? Era preoccupato?

Ho cercato al massimo di proteggere me in primis per poter stare tranquillo che alle persone intorno a me non succedesse assolutamente nulla. Le paure che ho avuto erano che con 3 saloni e nove dipendenti non riuscissi a rialzarmi e non potessi proteggere i miei dipendenti, non ce la facessi a pagare l’affitto e le tasse. Però ringrazio tutti i miei clienti che appena abbiamo avuto l’autorizzazione per la riapertura mi hanno dato la fiducia di ripartire di nuovo più forte di prima.

Che cosa pensa del futuro? Sarà influenzato da questa situazione?

Nella vita ho un atteggiamento molto positivo e sono sicuro che dopo la tempesta arriva il sole e noi tutti potremo tornare nuovamente alla nostra libertà e alla nostra vita regolare; soprattutto è bene pensare che ci sono state anche altre situazioni molto peggiori di quella di adesso, dove la gente non aveva niente, mentre ora con tutto quello che abbiamo, in particolare la tecnologia, sicuramente possiamo essere ottimisti sul nostro futuro.

Pensa di avere imparato qualcosa di nuovo in questo periodo?

Ho imparato che bisogna sempre ringraziare Dio per tutto ciò che ci dà, e soprattutto essere felici quando si ha la salute, perché è il bene più importante.

Come vive la responsabilità nei confronti dei suoi 9 dipendenti?

Come responsabile mi sento di dare il massimo esempio e di stare sempre a loro disposizione per qualsiasi cosa, e anche quando si sbaglia qualcosa, sono contento di chiarire subito e spiegare cosa possono migliorare loro, ma anch’io cosa posso cambiare. Io mi ritengo un leader perché trascino la mia squadra, anziché un capo, perché il capo è colui che punta sui doveri senza un rapporto umano.

Oggi lei è perfettamente integrato. Che messaggio vorrebbe dare agli autoctoni ed ai nuovi cittadini da poco arrivati?

Di rispettare la cultura, il paese e le persone cercando di adeguarsi al cambiamento; inoltre vorrei incoraggiare tutti ad avere degli obiettivi, a rimanere se stessi e ogni mattina al risveglio, ricordarsi dei propri obiettivi e fare il possibile per raggiungerli, mai mollare e ricordarsi sempre da dove siamo partiti rimanendo con i piedi per terra e umili. Perché siamo tutti uguali.













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