«Su legalità e rimpatri c’è sintonia con la Lega» 

Il governatore: giunta a metà gennaio, ma sui nostri valori non faremo sconti


di Francesca Gonzato


BOLZANO. L’obiettivo è convocare il consiglio provinciale per il voto sulla giunta intorno alla metà di gennaio. «In linea con cinque anni fa. Lo ricordo a chi si lamenta di un presunto ritardo», Arno Kompatscher si mette in difesa, ma ammette, «le trattative sono state più faticose del previsto». È veramente così? La Svp è alla vigilia di una svolta storica: dopo 25 anni addio agli alleati di centrosinistra, avanti la Lega. Nei tavoli di lavoro prima e adesso nel maxi gruppo politico incaricato della stesura finale del programma discussioni lunghe, dinieghi e controproposte, ma inciampi veri solo sul tema Europa, mentre sulla toponomastica la Lega sembra impegnata in una strategia di resistenza passiva.

L’intervista di fine anno con Kompatscher arriva nel pieno delle trattative per la giunta. Il cancelliere Kurz si è schierato al suo fianco, protestando contro la mancata intesa sul disegno di legge costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari.

Ad ogni intervista, come ieri sull’Alto Adige, Roberto Calderoli (Lega), relatore del disegno di legge costituzionale e referente nazionale per la trattativa su Palazzo Widmann, non perde occasione per lanciarle frecciate. Di fatto insinua che il suo cuore batta a sinistra e che in qualche modo lavori per fare saltare l’alleanza.

«Conduco le trattative per la giunta con i rappresentanti locali della Lega. Sull’altro fronte c’è il mio ruolo di governatore, tenuto a difendere l’autonomia. Ben venga il chiarimento istituzionale, se è questo che avremo sabato con il senatore Calderoli. Io punterei a fare saltare la trattativa? Si chieda alla delegazione della Lega chi ha presentato le proposte, chi ha cercato di trovare una mediazione, quando serviva, chi ha elaborato, con i collaboratori, il testo finale. Anticipo la risposta: sono stato io. Con l’Obmann Philipp Achammer ho portato nel Parteiausschuss la proposta di aprire la trattativa con la Lega e l’ho spiegata a lungo, perché il voto finale non era scontato. Perché avrei dovuto fare tutto questo per poi sabotarlo? D’altronde la nostra scelta non significa che ci dimentichiamo del dna della Svp. Vogliamo fare la giunta con la Lega, con i compromessi necessari in queste trattative, ma sui valori non ci saranno mediazioni».

In realtà negli stessi tavoli di lavoro i rappresentanti di Svp e Lega si sono sorpresi per la sintonia su molti temi, anche sull’integrazione degli stranieri. All’inizio voi della Svp avete parlato di alleanza forzata, accordo tecnico. Non siete più vicini del previsto?

«Sull’immigrazione e sui richiedenti asilo da tre anni la nostra linea è stata “umanità e rispetto delle leggi”. Ho posto il tema dei rimpatri ben prima delle elezioni provinciali. Su legalità e rimpatri mi trovo in sintonia con la Lega».

Quanto ci sarà della Lega nel programma?

«Ci saranno le loro proposte e le nostre, con i punti di mediazione. Certi passaggi sono stati particolarmente faticosi. Sull’Europa non capisco il loro approccio ideologico, secondo cui il processo di integrazione non è una fortuna, specialmente in una terra di frontiera come la nostra».

Sentendo parlare Calderoli si sente l’eco delle critiche dei suoi avversari nella Svp. Si aspetta una legislatura faticosa dal punto di vista delle rivalità interne?

«Non ho preso solo 70 mila voti, o poco meno. I sondaggi dicono che se la Svp ha tenuto, è anche per l’apprezzamento del 75 per cento della popolazione nei confronti del mio lavoro».

Sabato Calderoli vi presenterà la proposta di soluzione sul disegno di legge costituzionale. Kurz, parlando di attacco all’autonomia, le ha dato una grossa mano.

«Una soluzione è necessaria e deve essere istituzionale. Non si può fare la giunta da un lato e dall’altro violare un principio sacrosanto, confermato dallo scambio di note tra l’ex premier Gentiloni e il cancelliere. Significherebbe rinunciare all’ancoraggio internazionale. Una volta lo fai su un senatore, un’altra volta lo Stato potrebbe intervenire con procedura unilaterale su principi cardine dell’autonomia. Tra l’altro, ho fatto presente che la riduzione da tre a due senatori rischia di compromettere la rappresentanza del gruppo italiano. Il Pacchetto mirava proprio a garantire la rappresentanza proporzionale dei gruppi linguistici italiano e tedesco. Kurz forse non sarebbe intervenuto pubblicamente, ma solo con una lettera per i canali diplomatici, se qualcuno non avesse detto che risolverà il problema unicamente per buon senso (il riferimento è a Calderoli, ndr)».

Calderoli sfida la Svp a chiamare in giunta tre donne, invece delle due necessarie per le quote rosa. Ci state?

«Il messaggio è arrivato. Calderoli evidentemente dice “se Kompatscher ci chiede una donna su due assessori leghisti, allora la Svp esprima almeno due assessore”. Allora dico, parliamone».

Altri cinque anni per fare cosa?

«Consolidata l’autonomia nella scorsa legislatura, si tratta di fare partecipare tutti al successo di questa terra, e parlo di salari, servizi, equità sociale, cultura. Molta insoddisfazione è provocata dallo squilibrio vissuto da chi legge che siamo primi per qualità della vita mentre stenta a pagare l’affitto. Sul treno devono salirci tutti. E poi naturalmente la sanità: la stimata assessora Martha Stocker ha posto le basi per ripartire».

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