Talvera, le griglie contro le piene 

Castel Novale. Due grandi «pettini» per evitare la discesa dei tronchi verso la città. Via i vecchi salti, ora i pesci possono risalire la corrente Demolita una vecchia griglia di cemento e massi sotto l’impianto del ghiaccio. A monte della Sill un grande lago. Si mette in sicurezza la strada


Davide Pasquali


Bolzano. Proseguono le misure di compensazione ambientale lungo il Talvera anche, se non soprattutto, per mettere in sicurezza il torrente in caso di piena. Vengono finanziate dalle società idroelettriche come una sorta di risarcimento per lo sfruttamento delle acque da parte delle centrali.

Un corso d’acqua di dimensioni relativamente ridotte, il Talvera, ma alimentato da uno dei più ampi bacini imbriferi dell’Alto Adige. «È una brutta bestia», spiegano i tecnici provinciali, «come dimostrano numerosi episodi del passato». E poi attraversa la città. E il clima sta cambiando inesorabilmente, come ha drammaticamente dimostrato la tempesta di vento dello scorso mese di ottobre, che ha abbattuto migliaia di ettari di boschi. Milioni di alberi, da cui bisogna proteggere il fondovalle. E allora urge correre ai ripari. Per questo, i Bacini montani della Provincia stanno alacremente lavorando da anni lungo il Talvera. In questi mesi sono impegnati in particolare in zona Sill, a nord di castel Roncolo: terminata la enorme briglia di trattenuta qualche centinaio di metri sotto il palazzetto del ghiaccio; è dotata di un mega pettine che servirà per arginare la discesa a valle di tronchi, grossi rami e massi. Ora si è abbattuta una storica griglia di cemento e massi poche decine di metri sotto il medesimo impianto e si è sbancato l’intero corso del torrente a monte del parcheggio dei pattinatori. Dove in futuro sorgerà una specie di lago, un bacino di sfogo a valle del quale si realizzerà un’altra griglia. Verrà progettata sulla scorta delle medesime due macro-indicazioni: in giù scorre solo l’acqua, non passano tronchi, rami e massi; in su riescono a risalire i pesci, per trovare zone tranquille e potersi riprodurre in pace.

Briglie vecchie e nuove

Come precisa l’ingegner Alexander Pramstraller, dell’ufficio sistemazione bacini montani nord della Provincia, «abbiamo appena terminato la costruzione della prima briglia di trattenuta a valle della Sill e abbattuto la vecchia briglia all’altezza del medesimo palazzetto. Era completamente riempita di materiale e non assolveva più ai suoi compiti. In futuro si vorrebbe realizzare qui una seconda briglia, progettata sulla scorta della prima, con un grande pettine di trattenimento e percorso dedicato ai pesci in risalita». In contemporanea, si è sgomberato il letto del torrente a monte della Sill, come pure le rive a valle, specie nei pressi di ponte Talvera.

La strada

Ora, grazie ad un nuovo stanziamento appena destinato al Talvera dalla Provincia, si provvederà a mettere in sicurezza la sponda orografica sinistra del torrente a valle dell’impianto sportivo della Sill, in corrispondenza della stretta strada sotto le pareti strapiombanti. Con la dislocazione di massi ciclopici, si rinforzerà l’argine, nella zona dove la strada oggi è sostanzialmente sospesa sull’impetuoso corso d’acqua. I lavori verranno eseguiti pure per scopi ambientali, sempre nella zona al di sotto della briglia già demolita.

La vasca

Contestualmente, con lavori prima di disboscamento e poi di scavo e movimento terra, si è ampliata quella che i tecnici chiamano la vasca sopra la Sill, ossia l’ampia zona pianeggiante dove si sta ricavando quello che a tutti gli effetti in futuro sarà un lago. Che servirà da sfogatoio in caso di piene.

Nuovi cartelli

Sempre per evitare i possibili disagi da piena, si è attuata una misura a Bolzano città. In collaborazione con la società idroelettrica Eisackwerk, gestrice dell’impianto di Sant’Antonio. Dopo aver disboscato le rive, si sono posizionati dei cartelli per sensibilizzare i bolzanini. Il Talvera, ricreazione e pericolo. Si intitolano così. Servono a spiegare che la portata del torrente può variare repentinamente. Siccome negli ultimi anni i lavori di rinaturalizzazione hanno di molto migliorato l’accessibilità al torrente, in molti ci scendono a prendere il sole, per passeggiare, sedersi a leggere o altro. Ma se la centrale di Sant’Antonio ha bisogno, scarica. E l’acqua così sale, in fretta, lasciando in panne chi ha raggiunto la metà del torrente per sedersi su un sassone a godersela.

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