Talvera, via al restauro  delle panchine di marmo 

Il recupero. Partono i lavori: ripristino conservativo anche di balaustre e corrimano,  Cantiere monitorato dalla Sovrintendenza. Il sindaco: «Interventi unitari sull’intera area»



Bolzano. Adesso tocca al ponte. Dopo la lupa e il leone, con quel restauro che ha garantito la conservazione dell'identità razionalista di un contesto urbano tra i più sensibili, ora si avvia una vasta operazione di ripristino conservativo dell'anima asburgica e novecentesca. «Tra pochi giorni - conferma Mario Begher - saranno restaurate le parti in pietra, balaustre, corrimano, piani delle panchine». È il primo intervento sulle componenti estetiche di ponte Talvera da più un secolo. Furono assemblate, quelle cornici bianche e classiche, dalla ditta Wagner di Vienna nel 1900. E ancora oggi abbelliscono le basi d'accesso del ponte sulla destra e sulla sinistra, sia nel lato che guarda Theiner e via Rosmini che in quello verso piazza Vittoria. Si parte col cantiere nella prima settimana di maggio e si andrà avanti non per poco. Sarà un lavoro certosino. Controllato anche dalla Sovrintendenza dei beni storici e architettonici perchè si tratta degli elementi più antichi del ponte, su cui mai si era intervenuti. Il ponte invece sì che ne ha avuti, di interventi. Partendo da quello, massiccio, tra gli anni settanta e ottanta. Fu nel 1977, infatti che il ponte Talvera venne chiuso al traffico automobilistico e poi, nel 1985 anche ai pedoni. Mentre si effettuavano operazioni pesantemente strutturali, Bolzano venne unita dal ponte Bailey. Inizialmente provvisorio, durò invece 13 anni. In quel periodo si discusse a lungo sulla sorte del ponte stesso. In Comune e anche in molti ambienti tecnici e professionali si era propensi all'abbattimento ed alla ricostruzione ex novo per dotare la città di un attraversamento funzionale e contemporaneo. La prospettiva fu frenata da una vasta racconta di firme (se ne raggiunsero 23 mila), fino a che l'amministrazione non decise di mantenere il manufatto, risanandolo. Ora, il restauro delle balaustre in pietra inciderà sulla parte più storica. Una decisione che, alla luce di quanto avvenuto l'anno scorso, acquista un significato anche politico. "Quando ci siamo risolti a bloccare il degrado che stava distruggendo la lupa e il leone e iniziava anche a incidere sulla tenuta dei piloni - commenta il sindaco Caramaschi - l'idea è stata quella di ragionare sull'insieme del contesto. E dunque sia sulla parte razionalista, collegata a piazza Vittoria, che su quella asburgica , legata alla storia del ponte". Vuol dire, il sindaco, che intende quel complesso ponte Talvera-piazza Vittoria, come un unicum urbanistico e architettonico. Quasi una antologia a cielo aperto che racchiude le diverse stagioni che la città ha vissuto nel secolo scorso e di cui la piazza e il torrente sono stati testimoni. Dunque impero e dittatura. «Ma oggi è importante conservare, non distruggere - dice Caramaschi alla vigilia del nuovo intervento - e così il cantiere della lupa è stato messo in agenda dai nostri tecnici assieme a quello per le balaustre. La storia di Bolzano è una, inutile privilegiare questo o quel periodo. Tutte le epoche hanno contribuito a farla come noi la vediamo e tutte, ora, hanno un valore storico e di memoria collettiva». Come detto, le balaustre furono costruite dalla Wagner, impresa viennese, che riportò sul manufatto vaste citazioni eclettiche, tipiche dell'epoca, fondendole con quelle classiche. Il tutto fu poi montato dalla Österreichische Alpine Montagegesellschaft, una impresa specializzata in assemblaggi di grandi dimensioni. Da più di un secolo i bolzanini le hanno percorse, quelle balaustre, e si sono seduti sulle panchine all'inizio delle passeggiate. Alcune, oggi, sono pesantemente danneggiate, si trovano pietre accatastate e anche l'aspetto dei materiali non è più quello di una volta. Ora, sarà tutto restaurato con cura archeologica.













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