«Tamara mi ha chiamato dal K2»

Il racconto del padre: «Non stava nella pelle dalla gioia: è andato tutto bene»



BOLZANO. «Mi ha chiamato appena arrivata in vetta: era felice. No di più: non stava nella pelle dalla gioia». Hanjörg Lunger racconta così la prima telefonata della figlia Tamara, 28 anni, che assieme a Nikolaus (Klaus per gli amici), 41 anni, infermiere della Val d’Ultimo, sabato ha conquistato la cima del K2 (8611 metri), la seconda montagna più alta del mondo e soprattutto la più pericolosa.

«Mi ha detto - spiega ancora il padre, che dal 1999 gestisce il rifugio Croce di Lazfons - che l’ascensione è stata più lunga del previsto, perché c’erano diverse spedizioni che nelle prime ore di venerdì hanno tentato di salire in vetta. L’importante comunque è che lei e Klaus ce l’abbiano fatta».

Preoccupato? «Ero abbastanza tranquillo, perché sapevo che il tempo era buono ed entrambi erano preparati e stavano bene. In queste cose ci vuole anche fortuna: basta un minimo imprevisto e la vetta resta un miraggio. Oggi (ieri, ndr) non l’ho sentita, ma so che dal campo alto stanno scendendo, ci vorranno tre-quattro giorni per arrivare al campo base 1, anche perché sono carichi di materiali. La via del ritorno è lunga: credo che una montagna la si conquista solo quando si torna a valle. La discesa - un po’ perché si è stanchi, un po’ perché l’euforia per essere arrivati in vetta rischia di toglierti la concentrazione - è altrettanto impegnativa».

È dal papà che Tamara, seconda italiana dopo Nives Meroi a salire sul K2 e la più giovane a 23 anni ad aver conquistato il Lhotse, ha ereditato la passione per la montagna.

È con lui che a 14 anni ha scoperto lo scialpinismo, sinonimo di libertà e paesaggi splendidi, ma anche di sudore e fatica.

«È stato allora - ha raccontato spesso la forte alpinista di San Valentino in Campo (comune di Cornedo - che ho capito che quella sarebbe stata la mia vita» .

L’11 giugno Tamara è partita per il Nepal assieme a Gruber. Obiettivo: il K2 appunto. In un anno speciale: i 60 anni della grande impresa compiuta da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.

Lunger e Gruber hanno incontrato la spedizione italo-pachistana, coordinata da Agostino Da Polenza. È così che in vetta, sabato alle 11.30 ora italiana, assieme agli scalatori pachistani sono arrivati quattro italiani: oltre ai due altoatesini, Michele Cucci, 43 anni guida alpina della Valsesia, e Giuseppe Pompili, ingegnere bolognese.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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