Tamara, seconda donna italiana sulla vetta del K2

La conquista di Lunger, 28 anni di San Valentino in Campo Assieme a lei Nikolaus Gruber, infermiere della Val d’Ultimo


di Ezio Danieli


BOLZANO. Grande impresa per Tamara Lunger, 28 anni, personal trainer di San Valentino in Campo (Cornedo), e Nikolaus Gruber, 41 anni, infermiere della Val d’Ultimo che assieme ad un gruppo di altri fortissimi alpinisti ha raggiunto ieri la vetta del K2, la seconda cima più alta del mondo (8611 metri) e anche la più difficile e pericolosa.

Il K2 resta la montagna degli italiani. In mattinata in quattro hanno raggiunto gli 8.611 metri della vetta: oltre ai due altoatesin, il quarantaquattrenne valsesiano Michele Cucchi, di professione guida alpina, e l'ingegnere bolognese Giuseppe Pompili. Sono arrivati in cima senza ossigeno supplementare, alla spicciolata, in mezzo ai numerosi sherpa delle spedizioni commerciali.

Una grande impresa a 60 anni dalla prima ascensione assoluta realizzata da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, che costituì un'importante pagina di riscatto per l'Italia del dopoguerra. Nel tardo pomeriggio tutti - secondo quanto riferito dal campo base - sono scesi alle tende a 7.900 metri. Stanchi e infreddoliti, ma salvi.

L'attacco alla vetta era scattato giovedì sera, una manciata di minuti prima della mezzanotte. Alpinisti nepalesi e pachistani hanno lasciato per primi il campo 4 per attrezzare il tratto più difficile della via, il famigerato “collo di bottiglia” e l'altrettanto temuto traverso che conduce ai pendii finali.

Poi dietro gli altri, sia alpinisti professionisti (come il ceco Radek Jaros, che ha completato la collezione dei 14 Ottomila, o lo spagnolo Ferran La Torre) sia scalatori meno esperti.

Tutti hanno arrancato per ore prima di mettere i ramponi sulla vetta, qualcuno ha rinunciato. Come il valdostano Simone Origone, guida alpina e pluricampione di sci di velocità, che è tornato indietro per problemi di stomaco. Scelta saggia visti i pericoli dell'alta quota. «Peccato perché le condizioni erano buone - ha detto via telefono satellitare - ma portare a casa la pelle è la prima cosa».

Sono passati 60 anni dalla spedizione guidata da Ardito Desio, al centro per anni di polemiche e scambi di accuse tra Compagnoni, Lacedelli e Walter Bonatti: quest’ultimo, assieme allo sherpa Hunza Mahdi, rischiò la morte per portare le bombole d’ossigeno ai compagni

Ieri, nelle voci dei protagonisti della conquista del K2, c’era solo una gioia immensa.

La notizia dell’arrivo in vetta, in un attimo, ha fatto il giro degli amici e degli appassionati di montagna. Agostino Da Polenza, che dal campo base ha seguito l’attacco alla cima, per primo si è congratulato con Tamara: «Il K2 è grande, ma tu sei più grande». Sulla pagina facebook dell’alpinista altoatesina è arrivata subito una pioggia di complimenti: «Bravi tutti. Bravissima tu. Una delle pochissime specialissime donne in vetta al K2, seconda italiana (la prima è stata la bergamasca Nives Meroi nel 2006)».













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