Tangenti Ipes a BolzanoCi sono nuovi indagati

E’ molto probabile che il numero degli indagati, attualmente 23, aumenti sin dai prossimi giorni. Sono diversi i nuovi episodi di corruzione emersi negli ultimi giorni in base ai controlli dei computer e alla documentazione cartacea sequestrati


Mario Bertoldi


BOLZANO. L’inchiesta sullo scandalo Ipes si allarga. Gli accertamenti sulla documentazione sequestrata ad alcuni degli indagati avrebbero regalato agli inquirenti nuovi episodi di corruzione. Ne sarebbero coinvolti in parte persone già inquisite ma anche altri funzionari dell’ente.
E’ molto probabile che il numero degli indagati, attualmente 23, aumenti sin dai prossimi giorni. Sono diversi i nuovi episodi di corruzione emersi negli ultimi giorni in base ai controlli dei computer e alla documentazione cartacea sequestrati. Il procuratore capo Guido Rispoli non si sbilancia, ovviamente, ma lascia intendere che l’inchiesta potrebbe riservare ancora notevoli sorprese nei prossimi giorni. Non si possono escludere nemmeno nuove ordinanze di custodia cautelare a tutela delle indagini in corso.
Come noto sino ad oggi l’inchiesta ha svelato l’esistenza e l’operatività di un collaudato sistema corruttivo che avrebbe prodotto illeciti vantaggi patrimoniali sia per gli imprenditori ed artigiani, sia per i pubblici funzionari compiacenti, risultati destinatari di dazioni in denaro e regalie di varia natura. Un teorema accusatorio che a questo punto è destinato ad allargarsi sensibilmente. Con la conseguenza che il fenomeno corruttivo sembrerebbe molto più radicato nell’organizzazione dell’ente di quanto non si pensasse. E’ uno dei concetti che lascia intendere lo stesso procuratore capo Guido Rispoli. La corruzione presuppone la presenza di un corrotto e di un corruttore ed anche di un atto contrario (da parte di un funzionario pubblico) ai propri doveri d’ufficio. E’ la logica della «cricca» che deve essere provata dalla Procura della Repubblica. Dopo le ultime rivelazioni la pubblica accusa è sempre più convinta che fosse stato messo a regime un sistema che avrebbe permesso di favorire alcune ditte private o singoli artigiani per lavori di manutenzione assegnati dall’ente «a chiamata diretta». In cambio alcuni funzionari avrebbero sistematicamente ottenuto vantaggi personali, dal piccolo o grande regalo a Natale, alla spesa alimentare pagata e portata direttamente a casa più volte durante un mese, all’incontro con prostitute d’alto bordo per arrivare a vere e proprie microtangenti in denaro. Regali e favori che, secondo la Procura della Repubblica, i funzionari Ipes compiacenti e corrotti avrebbero incassato in rapporto percentuale all’entità dei lavori ottenuti.
Ecco il cuore del presunto «comitato affaristico-criminale» scoperto dalla Procura della Repubblica dopo mesi di indagini e di intercettazioni telefoniche. E nell’ambito della «cricca» c’era spazio per diversi aiuti truffaldini tra imprenditori.
I nuovi sviluppi dell’inchiesta potrebbero portare l’indagine ad un piano più elevato tra i funzionari dell’ente. Possibile che all’interno dell’Ipes fosse stato possibile mettere a regime (da alcuni anni) un vasto sistema corruttivo senza che i funzionari più alti dell’istituto si fossero accorti di come fossero gestiti appalti e lavori di manutenzione? E’ uno dei quesiti a cui la Procura intende rispondere anche sulla base dei nuovi sviluppi. Il lavoro è ancora lungo e difficile anche perchè i nuovi episodi di corruzione venuti alla luce sarebbero diversi. Le nuove accuse potrebbero anche indurre i due funzionari Ipes ancora in carcere (Stefano Grando e Peter Kritzinger) a decidere di collaborare con gli inquirenti. Ricordiamo che sino ad oggi non hanno chiarito la loro posizione. Entrambi sembrano rassegnati a restare in carcere sino al 19 agosto, giorno di scadenza della custodia cautelare.

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