Tangenti Ipes, avvocati in scioperoper la perquisizione nella cella di Grando

La Camera penale proclama l'astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria dal 7 al 14 luglio per protestare contro la decisione della Procura di perquisire la cella di Grando alla ricerca di un memoriale. Rispoli: "Atto legittimo"



BOLZANO. Lo scandalo delle tangenti Ipes porta come corollario una protesta degli avvocati penalisti di Bolzano, che hanno proclamato una settimana di sciopero contro la perquisizione della cella di Stefano Grando, uno degli indagati principali.
''La Camera penale proclama l'astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria dal 7 al 14 luglio 2010''. La delibera è stata firmata dal direttivo della Camera penale di Bolzano, dopo una segnalazione arrivata dall'avvocato Marco Ferretti, legale del funzionario Ipes Stefano Grando finito in manette per l'inchiesta sulle presunte mazzette all'istituto delle case popolari.

Dieci giorni fa la Procura, con in mano un provvedimento, ha effettuato una perquisizione all'interno della cella di Grando. Gli inquirenti cercavano degli ''appunti da lui redatti, contenenti, con tutta evidenza, circostanze utili alla ricostruzione dei fatti e, in particolare, elementi utili in relazione al coinvolgimento di terze persone nel fenomeno di diffusa corruttela emerso''.

Ma gli appunti non sono stati trovati. Il legale di Grando, però, ha presentato il provvedimento alla Camera penale, perché non convinto della legittimità dell'atto. Dunque, i penalisti bolzanini hanno preso una decisione: l'astensione. ''Un atto grave - spiega il presidente della Camera penale Beniamino Migliucci - per un provvedimento illegittimo e immediatamente lesivo del diritto di difesa e dei diritti dell'individuo, ancor più se in stato di detenzione e dunque maggiormente esposto ad atti invasivi della propria dignita' e liberta' personale''.

Alla luce della protesta dei penalisti di Bolzano, il procuratore capo Guido Rispoli, conferma pienamente il diritto dell'accusa di perquisire la cella di un indagato. ''La responsabilità - ha detto - è esclusivamente mia, avendo io suggerito la perquisizione al collega Axel Bisignano (che si occupa della maxi operazione Ipes). Non cercavamo affatto gli appunti relativi alla sua difesa ma un memoriale attinente a fatti di corruzione ascrivibili solo a soggetti terzi sovraordinati a Grando''.

''Per questo - ha detto Rispoli - la perquisizione svolta garantendo la presenza del difensore era assolutamente legittima. Il diritto di difesa è sicuramente un valore, ma lo è anche il diritto di centinaia di inquilini Ipes che hanno il diritto di sapere l'entità del danno patrimoniale che hanno subito per i casi di mala gestio rispetto ai quali vogliamo fare piena luce''.













Altre notizie

Il caso

Chico Forti, si avvicina il rientro in Italia: ha lasciato il carcere di Miami: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
L'ANNUNCIO Giorgia Meloni: "Chico Forti torna in Italia"

Attualità