Tangenti Ipes: gli inquilinisi costituiscono parte civile

Un gruppo che ha riscattato gli appartamenti occupati per anni ha già dato mandato ad un legale di predisporre la costituzione di parte civile nel procedimento a carico dei funzionari ed artigiani accusati di corruzione. A pagare, alla fine, sarebbero stati proprio gli inquilini che per anni e anni potrebbero aver sborsato più del dovuto per far fronte alle spese condominiali e di manutenzione degli immobili


Mario Bertoldi


BOLZANO. Gli inquilini Ipes vogliono passare al contrattacco. Un gruppo che ha riscattato gli appartamenti occupati per anni ha già dato mandato ad un legale di predisporre la costituzione di parte civile nel procedimento a carico dei funzionari ed artigiani accusati di corruzione.
Come noto l’inchiesta (che vede ancora in carcere i funzionari Stefano Grando e Peter Kritzinger) ha svelato l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo che avrebbe prodotto illeciti vantaggi patrimoniali sia per imprenditori e artigiani che per i pubblici funzionari compiacenti, risultati destinatari d dazioni in denaro e regalie di varia natura.
Il teorema accusatorio sembra trovare conferma in tutte le intercettazioni, ambientali e telefoniche, che hanno caratterizzato l’indagine.
L’incheista sembra far emergere che il livello truffaldino maturato ai danni dell’Ipes potrebbe essere più alto di quello in un primo tempo ipotizzato.
Sino ad oggi si è sempre parlato di micro tangenti, di regali impegnativi e costosi, di cene, di conti del supermercato o del carrozziere pagati, di serate a luci rosse organizzate con prostitute d’alto bordo.
Un giro, è vero, di migliaia di euro che indicavano più che altro il malcostume e la disonestà generalizzata che avrebbero caratterizzato negli ultimi anni l’attività di alcuni funzionari, anche importanti, dell’ufficio manutenzione dell’Ipes.
Ma c’è anche un altro aspetto rivelato dall’inchiesta e cioè il pagamento, quasi sistematico, di fatture artificiosamente gonfiate a favore di artigiani che poi provvedevano a ringraziare i funzionari compiacenti con regali e dazioni in denaro. E a pagare, alla fine, sarebbero stati proprio gli inquilini che per anni e anni potrebbero aver sborsato più del dovuto per far fronte alle spese condominiali e di manutenzione degli immobili.
E’ proprio sulla base di questo presupposto che ora un gruppo di inquilini ha deciso di organizzarsi e di rivolgersi ad un avvocato per presentare il conto, rivendicando il diritto ad un adeguato risarcimento.
Non sarà facile dimostrare, lavoro per lavoro, le eventuali somme inserite per gonfiare la fatturazione e ottenere il ricavo indebito al fine di alimentare il giro della corruzione. Un gruppo di inquilini ha perà deciso di far valere le proprie ragioni.
Una costituzionale di parte civile che per gli avvocato difensori dei vari imputati rischia di trasformarsi in una fastidiosa spina nel fianco. Gli inquilini Ipes in questione non saranno gli unici a tentare di dar man forte all’accusa. Ha preannunciato costituzione di parte civile anche la Cna, l’associazione degli artigiani che lamenta una gestione scorretta delle risorse pubbliche dell’Ipes con penalizzazione di centinaia di artigiani che non riuscivano ovviamente ad ottenere l’assegnazione di lavori di manutenzione.
Nel frattempo i due principali indagati targati Ipes (e cioè i funzionari Stefano Grando e Peter Kritzinger) restano ancora in carcere per effetto dell’ordinanza di custodia cautelare del giudice Silvia Monaco, confermata anche dal tribunale del riesame che ha però posto il limite dei sessanta giorni alla detenzione cautelare. Per il momento nessuno dei due ha deciso di collaborare con gli inquirenti cercando di ottenere subito il ritorno in libertà.

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