Tanzi condannato per bancarotta Per lui la figlia raggirò la Btb

L’imprenditore edile finito in disgrazia ha rimediato una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione Per salvare l’azienda aveva indotto la donna a girare indebitamente sui conti del padre 4 milioni


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Aveva indotto la figlia a rischiare il tutto per tutto per cercare di salvare le sue imprese edili ormai decotte e piene di debiti. La donna (all’epoca dipendente della filiale di via Orazio della Banca di Trento e Bolzano) aveva trovato il modo di far confluire sui conti del padre quasi 4 milioni di euro, mai più recuperati.

Ora l’imprenditore (ormai fallito) è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione per bancarotta fraudolenta. Si tratta di Luigi Tanzi, 65 anni, imprenditore edile bolzanino finito in disgrazia. Lo scorso anno il conto era stato ben più salato per il concorso nel furto aggravato ai danni della banca. In quella occasione Tanzi venne condannato a 7 anni di reclusione (che con la condanna di ieri fanno un totale di 10 anni e mezzo).

La figlia Maria (all’epoca dipendente della filiale della Btb) patteggiò 2 anni e 11 mesi di reclusione promettendo (invano) di restituire una parte del denaro. In realtà a risarcire la banca (nella misura di 3 milioni e 700 mila euro) fu l’assicurazione.

L'inchiesta permise di accertare che la somma sottratta alla banca venne utilizzata da Luigi Tanzi per cercare di tamponare i debiti delle proprie imprese edili in gravissima difficoltà. La condanna per bancarotta fraudolenta riguarda ora in gran parte la gestione pre e post fallimento dell’impresa «Costruzioni Meridionali srl» , società dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Bolzano il 16 dicembre 2008. Tra le accuse anche quella di aver agito con preordinazione non tenendo i regolari libri contabili della ditta nei tre anni antecendenti la dichiarazione di fallimento.

Complessivamente Luigi Tanzi è stato chiamato a rispondere di presunte sottrazioni di somme e di aver omesso il versamento all’erario di somme che erano dovute a titolo di imposta, spesso utilizzando in compensazione crediti Iva in realtà inesistenti. Per un paio di capi d’imputazione Luigi Tanzi (difeso d’ufficio dall’ avvocato Matteo Bruccoleri) è stato anche assolto. Non è stato ritenuto responsabile dell’imputazione di cui al capo e) in relazione alla presunta distrazione (che è risultata non provata) di 232 mila euro in relazione all’incasso di fatture emesse nei confronti di altri soggetti e imprese e cioè “Lescio & Paternoster”, “Bonadio srl” e “Rabensteiner Bau srl”. Il giudice ha assolto Luigi Tanzi anche in relazione all’imputazione di insolvenza fraudolenta . Oltre alla condanna a 3 anni e mezzo di reclusione il tribunale ha inflitto a Tanzi anche alcune pene accessorie previste per casi di questo genere: per tre anni non potrà contrattare con la pubblica amministrazione e per 10 anni non potrà condurre un’impresa commerciale.













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