Technoalpin, è partito il cantiere 

Ruspe la lavoro in via Siemens dove sorgerà la nuova sede dell’azienda leader dei cannoni da neve


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Bolzano ci ha preso gusto a riempire i suoi "buchi" urbani. Così, sta accadendo che in Zona “Technoalpin” ha avviato la sua nuova impresa: 21mila metri quadri di contemporaneità costruttiva là dove c'era il non luogo dell'ex Dupont, un buco non solo urbanistico ma anche ecologico da risanare dopo anni di abbandono e di faticose e complesse operazioni di recupero ambientale.

Tre piani, di cui uno interrato, 7mila metri quadri per livello, dove una delle più innovative imprese altoatesine, leader mondiale della neve e dei suoi impianti di distribuzione mirata, trasferirà le centrali del pensiero tecnologico, gli uffici e la produzione.

Per comprendere le dimensioni dell'impresa, basta aggiungere che “Technoalpin” fattura cento milioni e investe cinque milioni di euro ogni anno per la ricerca di settore. In materiali, componentistica, sostenibilità, strategie di mercato.

Il quadrante dove sta sorgendo è quello compreso tra il viadotto autostradale, il centro Enzian accanto alla nuova uscita dell'Arginale e via Siemens.

Erich Gummerer e Walter Rieder, i confondatori nel 1990 di “Technoalpin” hanno chiesto a Fabio Rossa di declinare architettonicamente l'immobile facendogli cogliere e poi riprodurre il "mood"aziendale che avrebbe contenuto. E dunque mostrando in concreto, con i materiali e le idee, il senso di una presenza produttiva. Ma anche, e questa è stata invece una proposta, accettata, dell'architetto bolzanino, provando a farne subito percepire i tanti ambiti lavorativi che vi si svolgeranno una volta avviata l'attività. C'è una facciata "dura", molto cementizia, che ospiterà l'hardware produttivo, unendo elementi visivi a sostanza tecnica (l'isolazione). E poi la parte lasciata agli uffici e ai laboratori dell'innovazione che si stacca, coprendosi di pannelli scuri con maglie di 7 metri per 2,30 ma offrendo un nuovo elemento estetico dato da uno "stacco" nero posto a coprire in modo fluido l'aprirsi degli ingressi e delle altre porte d'accesso. «I colori “Technoalpin” sono solo due, di cui uno è il nero - racconta l'architetto - dunque gli scarti tra parti nude e dure, e poi luoghi amministrativi è avvenuto attraverso l'uso di quel colore primario». Le finestre si muovono seguendo un percorso asimmetrico ma dando all'edificio una immagine di fortezza contemporanea che taglia gli spazi come se volesse preservare ciò che avviene all'interno senza "scaricarlo" all'esterno. Lo stacco tra gli elementi costruttivi riporta poi un altro, chiaro, riferimento al logo “Technoalpin”: quella "A" inclinata che caratterizza l'azienda. «Ebbene - aggiunge Fabio Rossa - si è voluta riportare in scala la stessa inclinazione, precisa, di quella lettera nel taglio tra le superfici esterne. Come un segnale, un'icona che non è data dal riportare semplicemente la scritta presente nel marchio ma espressa dall'edificio stesso». Insomma, per una azienda profondamente innovativa, anche il progetto doveva far corrispondere forma e sostanza, non esaurirsi in una contemporaneità priva di riferimenti e piena solo di citazioni attuali, ma essere essa stessa manifesto di una produzione. E dunque, alla fine, di una idea. Lì “Technoalpin” studierà e produrrà i suoi generatori di neve, di cui è leader mondiale e farà lavorare i suoi quasi 300 dipendenti.

Al di là del progetto, quello che sta accadendo nel "buco" dell'ex Dupont, significa due cose. La prima è che l'azienda altoatesina è in pieno sviluppo, sia produttivo che occupazione. E questa è una buonissima notizia per l'economia altoatesina. La seconda è che la Zona stessa, dopo un periodo piuttosto lungo di degrado di cui l'ex Dupont era l'immagine di un passato di produzioni non più possibili, si sta predisponendo per un futuro in cui sarà l'innovazione e la tecnologia a farla da padrona. E infine, altro elemento non accessorio, che si tratta di un futuro non necessariamente legato al terziario ma anche pienamente produttivo. Generatore di Pil, soprattutto.















Altre notizie

Attualità