TERMENO

Termeno, manomesso l’impianto dell’operaio morto

Sinn (Ripartizione Lavoro): “Tolte alcune valvole di sicurezza”. La procura indaga a tutto campo sulla morte di Werner Casal


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’incidente alla cooperativa Eofrut, che giovedì è costato la vita al 56enne Werner Casal di Termeno, poteva probabilmente essere evitato. A sostenerlo è stato ieri il direttore della ripartizione lavoro della Provincia Helmuth Sinn a seguito delle prime informazioni assunte dall’ispettore che si è recato sul posto subito dopo la tragedia.

Sinn ha fatto riferimento esplicito ad una presunta manomissione dell’impianto di sicurezza.

In particolare sarebbero state tolte (o spente) delle valvole, forse per lavorare più celermente, e ciò avrebbe impedito al dispositivo di sicurezza di scattare e salvare la vita all’uomo. Il tutto si è svolto in un magazzino (10 metri per 10 circa) all’interno del quale girano ad un metro e mezzo di altezza «navette» di mele del peso di circa 300 chili l’una. E l’operaio sarebbe rimasto schiacciato da uno di questi cassoni.

«Abbiamo constatato - ha dichiarato Helmuth Sinn - che l’impianto è stato manipolato (manomesso ndr) e per questo lo abbiamo posto sotto sequestro. Alcune valvole di sicurezza sono state tolte. Se l’impianto funziona correttamente, e non viene manipolato, in questi casi si ferma».

Sinn non si sbilancia su eventuali colpe da parte dell’azienda o degli stessi lavoratori, anche perché l’inchiesta è stata aperta solo da poche ore. «Non possiamo ancora dire nulla - prosegue Sinn - sulle responsabilità. Il nostro ispettore si è recato una seconda volta sul luogo della tragedia assieme ad un collega per cercare di capirne di più. Poi faremo rapporto alla Procura della Repubblica».

Le domande che, secondo Sinn, necessitano di una risposta sono due: «Chi è intervenuto sull’impianto e quando».

Sempre nella conferenza stampa di ieri, che aveva come tema centrale proprio gli incidenti sul lavoro, ha preso posizione anche l’assessore provinciale Martha Stocker. «In base a quanto ci è stato riferito dal nostro ispettore subito dopo la tragedia ci sarebbe stata una manomissione dell’impianto. Delle indagini, sul caso specifico, si occupa la Procura. Nell’ultimo anno in provincia di Bolzano abbiamo registrato ben 15 infortuni mortali, di cui 7 proprio in agricoltura».

Sulla dinamica dell’incidente stanno indagando i carabinieri di Egna, che sono in stretto contatto con la Procura. Proprio ieri alla cooperativa Mivor di Laces c’è stato un infortunio analogo e un operaio di 37 anni si è ferito ad un piede mentre lavorava al nastro trasportatore. L’assessore Stocker ha ribadito l’importanza di osservare nei posti di lavoro tutte le misure di sicurezza necessarie. «Spesso sono gli stessi lavoratori a voler fare più in fretta e ciò può causare infortuni più e meno seri. Quello di Termeno, probabilmente, non è un caso isolato. Penso agli operai che lavorano su un’impalcatura e non sempre hanno il casco, le scarpe adatte o preferiscono non essere agganciati». Gli ispettori, in provincia di Bolzano, sono 31 e fanno poco meno di 2 mila controlli l’anno.

Secondo Michele Buonerba, segretario provinciale della Cisl, si potrebbe fare molto di più. «A Bolzano gli ispettori sono 31 mentre in Trentino sono 66. Dalle sanzioni è stato recuperato oltre 1 milione di euro, cifra che andrebbe investita integralmente nella prevenzione nell’ambito di progetti approvati dal Comitato provinciale di coordinamento, che finora non è mai stato convocato. Un altro settore nel quale si fa davvero poco è quello dei trasporti. Ci sono molti casi di “lavoro grigio”, ovvero dipendenti sottopagati e costretti ad operare in condizioni a dir poco incredibili. La Provincia dovrebbe promuovere e rilasciare certificazioni alla aziende regolari».

Sui controlli Sinn la pensa in modo diverso: «Per i sindacati ne facciamo troppi mentre per i datori di lavoro sono sempre troppi».

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