Testa di cervo alla fermata del bus: indagano i vigili

La macabra scoperta è stata fatta di primo mattino da una ragazza di Terlano Sconcertato il sindaco Runer: «Immagino sia uno scherzo di cattivo gusto»


di Alan Conti ; di Alan Conti


TERLANO. Una testa di cervo femmina con un orecchio mozzato e un ramo di abete in bocca. È questa la scena, macabra declinazione altoatesina di un passaggio de “Il Padrino”, che si è trovata davanti agli occhi una ragazza alla fermata del bus di Vilpiano.

Una mattinata come tante per la pendolare, almeno fino a quando non ha individuato quella strana sagoma appoggiata sulla panchina della pensilina, a due passi dalla stazione della funivia che porta a Meltina.

Un ritrovamento che, chiaramente, ha spaventato la giovane pronta nel chiamare la polizia municipale. Il Comune di Terlano, dal canto suo, ha prontamente rimbalzato la segnalazione ai Carabinieri e alla Federcaccia per cercare di individuare il responsabile di un gesto apparentemente senza spiegazione. Alla prima analisi degli esperti, infatti, la testa dell'animale presenterebbe le modalità tipiche dei cacciatori: si tratterebbe, quindi, di un esemplare abbattuto in modo controllato. Il cerchio dei possibili autori è abbastanza ristretto e le forze dell'ordine ritengono di risalire al protagonista del macabro scherzo in poco tempo. «È prassi dei cacciatori- spiega il sindaco di Terlano Karl Runer - inserire subito un ramo d’abete nella bocca degli animali abbattuti. Immediatamente dopo l’uccisione, poi, viene avvertito il guardiacaccia che controlla l’esemplare e le modalità di cattura. Se tutto è regolare asporta l’orecchio. Non vi è alcun dubbio, dunque, che si tratti di un animale ucciso secondo modalità consone».

Resta, dunque, da capire come possa essere arrivato sulla panchina di una fermata del bus. «Questo è davvero un mistero - ammette il primo cittadino - ma è possibile si sia trattato di uno scherzo di cattivo gusto di qualche ragazzo. Molto spesso, infatti, i giovani che abbattono per la prima volta un capriolo o un cervo festeggiano l’evento». Capita, quindi, che l’alcol giochi qualche brutto scherzo. «Potrebbe essere. In ogni caso dovremmo individuare abbastanza rapidamente i responsabili. I vari guardiacaccia altoatesini sono stati allertati».

Il cervo, infatti, non è assolutamente autoctono. «No, direi proprio di no - sorride Runer - perché il nostro responsabile di zona si ricorderebbe il controllo. La carcassa, infatti, è fresca. Quella specie, oltretutto, non si trova sul nostro territorio, ma è più comune in val d’Ultimo, in Pusteria o nel Burgraviato. Non può, in ogni caso, arrivare da troppo lontano». Goliardia, scherzo o dimenticanza resta una scena piuttosto macabra e sinistra da dimenticare in fretta.

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