Tommasini: "Sui toponimi serve un accordo tra il Cai e l'Avs"

«Non è una questione di quantità, adesso è importante che le due associazioni alpine si mettano intorno ad un tavolo con le loro proposte: un confronto tecnico, cui seguirà quello politico», sottolinea il vicepresidente della Provincia



BOLZANO. Il Cai ha pronto il dossier per la segnaletica di montagna con 7 mila nomi bilingui. Per l’Alpenverein i toponimi in due lingue non sono più di 3 mila. «Non è una questione di quantità, adesso è importante che le due associazioni alpine si mettano intorno ad un tavolo con le loro proposte: un confronto tecnico, cui seguirà quello politico», sottolinea il vicepresidente della Provincia, Christian Tommasini. Intanto Luis Durnwalder ritiene che l’unica soluzione al problema sia quella di portare un disegno di legge targato Svp in consiglio provinciale, «al massimo con un migliaio di nomi bilingui», legati all’utilizzo degli stessi.
Distanti sono però le posizioni tra Stella alpina e Pd in merito alla proposta di legge che prevede oltre al bilinguismo della macro toponomastica, un sondaggio che verrebbe condotto dall’Astat a livello comunale per capire quali altri toponimi debbano essere sia in italiano che in tedesco. Oltre alla strada del confronto tra Cai e Alpenverein ed a quella che verrà seguita in consiglio provinciale - dove peraltro, stante l’attuale regolamento dei lavori, non passerà alcuna legge senza il consenso delle opposizioni di entrambi i gruppi linguistici - sull’argomento si è mosso anche il ministro agli Affari regionali, cui il prefetto Fulvio Testi relazionerà dopo aver ottenuto il dossier del Cai: una consegna prevista per martedì prossimo. C’è poi la Procura che si è mossa dopo l’esposto di Margheri sul mancato bilinguismo di migliaia di cartelli che l’Alpenverein ha già posizionato su tutti i sentieri altoatesini.
L’accordo di coalizione tra Svp e Pd recita testualmente: «Nella soluzione dei problemi non dobbiamo peraltro distinguere tra questioni politicamente piacevoli o spinose. Procrastinare un problema per considerazioni di opportunità politica non è un comportamento accettabile, già per questa ragione dovremo trovare in questa legislatura una soluzione definitiva al problema della toponomastica che tenga conto delle sensibilità di tutti i gruppi etnici». «Appunto, - dice Tommasini - si tratta di trovare un accordo di buon senso che in questo momento è lontano, anche perché in consiglio provinciale ci sono posizioni ancora troppo distanti come quelle rappresentate dalla Klotz e da Seppi». Il vicepresidente dalla Provincia non ne fa una questione di quantità sulla strada della ricerca di un accordo. «Preparati i rispettivi dossier, Cai e Alpeverein devono sedersi intorno ad una tavolo e confrontarsi. In base a quanto emergerà sarà poi la politica a prendere la decisione definitiva. Il lavoro del Club alpino italino è intelligente perché viene fatto sui toponomi in uso e utilizzando le cartine Tabacco non si traducono i nomi propri», ancora Tommasini, ribadendo che la proposta contenuta nel disegno di legge Svp, tesa a delegare a sondaggi a livello comunale se un toponimo debba essere bilingue o meno, non può essere accolta. Per Luis Durnwalder, come affermato sulla stampa tedesca, «se il Pd vuole mantenere tutti i nomi di Tolomei, si mette sullo stesso piano degli ex di An e Forza Italia».

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