Tonolli, l’uomo che ha rifondato le materne

Ricorre oggi l’anniversario della morte del dirigente scolastico: una vita dedicata all’istruzione


di Luca Pianesi


BOLZANO. E’ stato il primo Ispettore provinciale delle scuole materne dell’Alto Adige e, a cavallo degli anni ’70, ha guidato la riforma che ha portato alla provincializzazione delle scuole dell’infanzia; ha diretto la scuola professionale italiana, quando ancora si trovava nel quartiere Don Bosco, e ha insegnato lingua italiana nelle scuole elementari tedesche della Val Passiria e della Val Pusteria; ha preso due lauree una in vigilanza scolastica, l’altra in pedagogia ed è stato nominato Cavaliere dell’Ordine al “merito della Repubblica Italiana” dal presidente Saragat: insomma quella di Ezio Tonolli è stata senza dubbio una vita dedicata, oltre che alla moglie, ai figli, ai nipotini e agli affetti, al mondo della scuola e dell’istruzione. Una vita intensa, importante, decisiva in ogni suo passaggio che viene ricordata oggi a un anno di distanza dalla sua morte (aveva 87 anni) dai suoi cari e da quanti gli hanno voluto bene. Tra questi c’è Gianfranco Cornella, attuale ispettore delle scuole dell’infanzia in lingua italiana della provincia, che è stato collega di Ezio, lo ha accompagnato alla pensione negli anni ’80 e che lo ricorda, oggi, come uno degli uomini più importanti per il mondo dell’istruzione altoatesina.

«La provincializzazione delle scuole materne la dobbiamo ad Ezio - racconta Cornella - fu lui a unire sotto lo stesso tetto la galassia di istituti e strutture che esistevano all’epoca per l’infanzia». Le materne, infatti, prima del ’76 in Alto Adige erano gestite da diversi enti: c’erano quelle della Federazione (quindi con un controllo nazionale), quelle comunali, c’erano quelle dell’Onairc (Opera nazionale di assistenza all’infanzia delle regioni di confine, istituto creato subito dopo la guerra per il Trentino-Alto Adige e per il Friuli Venezia Giulia) e poi c’erano le scuole parrocchiali e quelle delle fondazioni locali. «Nel 1976 Ezio ha preso in mano la questione - prosegue l’attuale ispettore per le scuole dell’infanzia della provincia - e visto che lo Statuto dell’autonomia prevedeva per la Provincia competenza primaria in materia lui ha guidato l’unificazione di tutte le scuole materne altoatesine sotto il tetto della Provincia, ente autorevole allora in grado di mettere a disposizione ingenti risorse e mezzi per far progredire il sistema scolastico locale».

Ed è così che cinquant’anni di generazioni di bambini hanno potuto fruire di uno dei migliori apparati di scuole dell’infanzia d’Italia. Scuole che all’epoca della provincializzazione si chiamavano ancora “materne” perché «dovevano educare prima di tutto al rispetto - aggiunge Cornella - dovevano trasmettere i principi della socializzazione e della morale». Insomma erano delle scuole materne nel vero senso della parola.

Poi sono arrivate la scuola di Bologna, le neuroscienze, la psicologia e la pedagogia che hanno trasformato le materne in scuole dell’infanzia: si era capito che i bambini hanno un potenziale enorme sul piano dell’apprendimento e quindi anche le strutture dell’infanzia si sono trasformate in un passaggio formativo degli alunni. «Da qualcosa di “materno” sono diventate delle vere e proprie scuole - conclude Cornella - e qui, in Alto Adige, siamo stati tra i primi a recepire queste riforme. La scuola di Bologna qui ha messo radici e in fasi più recenti è arrivata a fondare anche l’Università di Scienze della formazione di Bressanone. E ciò grazie anche a Ezio che ha permesso alla nostra provincia di essere da subito una realtà aperta e all’avanguardia».

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