Toponimi, la Finanza controllai conti dell'Alpenverein in Alto Adige

Agenti della Guardia di Finanza, su incarico della Corte dei Conti, hanno acquisito presso la sede dell’Alpenverein tutta la documentazione riguardante l’installazione di cartelli monolingui sui sentieri di montagna. La magistratura contabile e quella ordinaria indagano sui contributi pubblici all'associazione



BOLZANO. Dopo la magistratura penale ora si muove anche quella contabile. Nello scorso fine settimana agenti della Guardia di Finanza hanno acquisito presso la sede dell’Alpenverein tutta la documentazione riguardante l’installazione di cartelli monolingui sui sentieri di montagna.
In sostanza entra nel vivo l’inchiesta bis che la magistratura contabile aveva preannunciato dopo che il procuratore capo Guido Rispoli aveva ritenuto opportuno inviare parte degli incartamenti anche negli uffici di piazza Adriano.
I tempi potrebbero non essere casuali in quanto la magistratura contabile ha deciso di muoversi dopo che il procuratore capo ha iscritto a registro due nuovi capi d’imputazione, seppur a carico di ignoti. In effetti oltre che per abuso in atti d’ufficio, ora la magistratura penale sta procedendo anche per malversazione e truffa aggravata ai danni di ente pubblico.
Una svolta nell’iter dell’inchiesta che sarebbe stata ovviamente provocata da nuovi elementi finiti in mano al procuratore. Per ipotizzare la contestazione della malversazione e della truffa è molto probabile che la Procura abbia trovato documentazione in grado di sostenere che parte dei contributi pubblici ottenuti dall’Alpenverein per un determinato scopo siano stati in realtà utilizzati per la realizzazione delle decine di migliaia di cartelli non conformi alle disposizioni di legge in materia di toponomastica. Se così non fosse non si spiegherebbe la decisione del magistrato di aggiungere solo nel corso dell’inchiesta le due nuove ipotesi accusatorie.
Potrebbe dunque non essere un caso la decisione della Corte dei Conti di avviare ora anche i propri accertamenti sotto il profilo contabile.
Per i responsabili dell’Alpenverein la situazione, nel suo complesso, inizia ad essere pesante anche perchè qualcuno potrebbe essere chiamato a rispondere personalmente dell’eventuale utilizzo indebito di soldi pubblici. E’ probabile che le due inchieste procedano con continui contatti e raffronti. Come noto il procuratore Guido Rispoli proprio qualche giorno fa ha affidato al dottor Roberto Pallaver, noto commercialista, il compito di verificare la gestione contabile dell’Alpenverein, soprattutto in relazione alle notevoli somme ottenute dalla Provincia per la digitalizzazione delle mappe dei sentieri di montagna.
E’ nelle pieghe della gestione di ben 3 milioni e 800 mila euro che gli inquirenti cercano la prova del possibile utilizzo indebito di parte di quei contributi per fini diversi da quelli previsti.
Ieri intanto la vicenda è tornata, seppur indirettamente, all’attenzione dei politici locali. E’ stata una interrogazione di Sven Knoll, consigliere provinciale della «Südtiroler Freiheit» a riportare la questione a livello politico. Il consigliere provinciale ha interrogato la giunta sui progetti di gestione dei rifugi alpini per i quali è scaduta la concessione Cai e se gli stessi potranno tornare alla loro denominazione originale, al posto di quella italiana. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha replicato rilevando che la problematica è riconducibile alla questione della toponomastica: «Io - ha detto - raccomando di tradurre quanto è traducibile, mantenendo però i nomi propri e i nomi storici». Nessun cenno alla ufficialità di buona parte dei nomi italiani già esistenti che è il vero punto d’appoggio giuridico dell’azione della magistratura.

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