«Toponimi: Pd, se ci sei batti il pugno»

Il presidente Cna: «La Svp votando la mozione di Knoll ha tradito il suo alleato di sempre»


di Paolo Compastrini


BOLZANO. «Devo rispondere come Claudio Corrarati o come presidente delle piccole imprese?».

Magari tutte e due...

«Vorrei partire piano. E allora dico che quando guardo a quello che è successo l'altro giorno sulla toponomastica è il mondo economico che è a disagio. Più che gli italiani... Perché tutto vogliono le imprese meno che tirare fuori ogni volta quello che ci divide, che crea tensioni. E che consolida le differenze invece di attenuarle». E come Corrarati? «Che il Pd dovrebbe avere il coraggio di dire: bene, ce ne andiamo. Fate fa soli. Ma come? Stiamo andando avanti a fatica per cercare una condivisione nelle legge sui nomi e adesso dovremo andare a braccetto con Sven Knoll?». Intende la Svp, Corrarati.

Che ha votato la mozione della destra lasciando al palo gli alleati di sempre.

È questo "sempre" che ha fatto scattare Corrarati. Presidente di Cna, la grande rete delle piccole aziende artigiane sparse ovunque sul territorio, già candidato sindaco "in pectore" dei democratici ai tempi delle primarie. ma capace anche di dialogare con il centrodestra italiano, è l'occhio dell'economia nella politica e viceversa. Parla anche il dialetto sudtirolese, Corrarati, e, dunque, parla con tutti di tutto.

Perché è, allora il "sempre" che le fa male?

Già. Il Partito democratico è l'alleato di sempre. Anche nei giorni difficili. Sono i democratici oggi (e la Dc ieri) che accompagnano la Volkspartei a Roma quando c'è da chiedere competenze su competenze. Fanno capire al governo che quelle richieste non sono solo dei "tedeschi" ma anche degli "italiani". Forniscono un appoggio e una legittimità che la Svp ha sempre utilizzato bene.

E invece ora?

Invece è successo che la stessa Svp che chiede aiuto a Bressa a Costa e al partito quando c'è da andare da Renzi, adesso lo abbandona. Qui sul territorio. A Bolzano. Non ha esitato un secondo a lasciare solo l'alleato di sempre per coprirsi a destra con i secessionisti alla Sven Knoll.

Ma la Svp su questo tema, come ha detto il capogruppo in consiglio provinciale Dieter Steger, è "sensibile"...

E perché, il Pd no? Lo sa Steger quanto sarebbe facile e conveniente per i democratici votare le mozioni di Alessandro Urzì sulla difesa dei toponimi italiani? Ma anche se fosse d'accordo su alcuni punti...

Come ha detto la Svp a proposito di quest'ultima mozione...

Appunto, ma non voterebbe mai un testo in consiglio che mettesse in difficoltà la Svp.

Che dicono i suoi associati nel mondo economico?

Italiani e tedeschi dicono la stessa cosa: non si ragiona così su argomenti di 70 anni fa.

E come si dovrebbe?

Insieme. Se si sta facendo un percorso insieme, si continua. Insieme significa senza sollevare inutili polveroni. O rincorrere gli estremisti abbandonando gli alleati autonomisti".

Ma visto che la toponomastica è un tema sempre sotto il tappeto e pronto a uscir fuori, vuol dire che il problema e non sbattere troppo il tappeto?

Se si sbatte fa un polverone. Se invece lo si muove piano la polvere può essere comunque rimossa. Ma il problema è ancora diverso.

Cioè?

Che se si pulisce o si solleva, lo si fa insieme. Da una parte gli italiani, dall'altra i tedeschi. Che significa, come hanno detto Steger o Kompatscher, andare Roma da Mattarella per dire che l’Accademia della Crusca sbaglia?.

Appunto, che vuol dire?

Che andranno lì solo coi voti tedeschi. E allora gli chiederanno: e gli italiani? E il Pd?Non capiscono che qualsiasi richiesta ha un peso molto diverso se la si porta avanti firmata da tedeschi e italiani. Poi magari la maggioranza degli italiani sarà perplessa, come spesso è accaduto... Ma questo è un altro problema.

Vuol dire che il Pd, come una volta la Dc, sapevano magari di perdere voti non inseguendo le destre mentre la Svp ci pensa ma le segue lo stesso?

È così. Si sa che chi urla viene ascoltato ma ci vorrebbe più responsabilità da partiti che si dicono responsabili. E tenere in conto il disagio del Pd.

È anche questo una formai disagio?

Lo è. Non come una volta. Ma quando accade, forse peggio. Perché il Pd rappresenta quella parte del gruppo italiano che vuole condividere, collaborare.

E infatti nessuno tra le forze autonomiste si è opposto per principio alla legge sui toponimi.

Nessuno. Proprio per questo uno può pensare: ma come, anch'io che sono consapevole del disagio tedesco per i nomi tolomeiani, vengo abbandonato?

È un brutto messaggio?

Molto brutto. Ma anche per il mondo economico.

Su quale piano?

Noi si cerca sempre di condividere le decisioni. Stando invece molto attenti quando ci si muove sul terreno etnico. Non vanno mai riattizzate le differenze. Perché è l'unico modo di uscire dalle secche di una economia di serie A e di una di serie B.

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