«Toponomastica, pari dignità» 

Vettori: «La paritetica serve anche per pacificare i rapporti tra gruppi linguistici»



BOLZANO. Carlo Vettori entra nella Commissione dei Sei. Tra le polemiche nel suo partito, la Lega. Aria pesante ieri in consiglio provinciale. Così Vettori.

A metà mattina la sua elezione sembrava compromessa, quando i vertici della Lega hanno lanciato il nome di Maturi. Come ha ribaltato la situazione in suo favore?

«Ho chiesto una sospensione dei lavoro per una riunione di maggioranza tra Svp e Lega. Una volta dentro, ho posto una domanda semplice: restano le posizioni concordate o no?»

Il suo nome era già stato proiettato in aula insieme agli altri candidati. Troppo tardi per cambiare...

«Eh sì».

Lei entra in uno degli organismi per eccellenza dell’autonomia. Come pensa di lavorare?

«Al servizio dell’autonomia e dei cittadini. Fatemi prendere le misure, è una novità assoluta per me».

Lei ha voluto fortemente questa nomina.

«Sono leghista e autonomista, è l’incarico più importante che una persona come me possa ricevere».

Lei ha il diploma di liceo scientifico e ha studiato violoncello al conservatorio. In questa commissione entreranno fior di avvocati come Schullian e Durnwalder, ci sono stati magistrati, professori, politici di lungo corso. Tecnicamente lei parte sfavorito.

«Ho un mandato politico, che mi arriva dagli elettori. In una commissione così importante serve la parte tecnica e quella politica».

Lei è stato eletto come rappresentante del gruppo italiano. Lavorerà con questo mandato?

«Certo».

Vi dovrete occupare di toponomastica. La Svp spinge per una nuova norma di attuazione. Qual è la sua posizione?

«I tre gruppi linguistici hanno uguale dignità. Il ruolo della commissione sarà anche di pacificare i rapporti tra i gruppi, vorrei che questa fosse anche la mia “missione”, fuori dalle diatribe e degli steccati etnici».

Sì o no al bilinguismo perfetto previsto dallo Statuto?

«Sì, ma non sarò un commissario che si mette l’elmetto. Ci si deve venire incontro, quesot non significa calare le brache». (fr.g.)

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