“Totem” impenetrabili, perizia a vuoto

Su due apparecchiature sequestrate i consulenti del tribunale non riescono ad accedere ai dati



BOLZANO. Le inchieste della magistratura sull’indebito utilizzo in alcuni bar di giochi d’azzardo elettronici, sta segnando il passo. Anche perchè gli accorgimenti tecnici di produttori e noleggiatori degli impianti sono in continua evoluzione. E’ emblematico il fatto che un procedimento in corso in tribunale a Bolzano, relativo al sequestro di un paio di impianti elettronici in due bar della città, sia fermo da oltre sei mesi nonostante l’incidente probatorio con perizia tecnica si sia concluso con un nulla di fatto. In effetti ultimamente la battaglia contro l'azzardo elettronico ha dovuto aprire un nuovo fronte: quello relativo ai cosiddetti "totem", le nuove apparecchiature sempre più spesso piazzate in bar e ristoranti e che permetterebbero di aggirare le disposizioni di legge. Si tratta di veri e propri computer (connessi alla rete internet) con i quali è possibile collegarsi a siti che permettono di giocare aggirando i divieti. Lo scorso anno però la Guardia di Finanza è passata al contrattacco e ha effettuato una serie di sequestri con contestuale denuncia penale dei titolari dei locali ed anche dei noleggiatori. E' quanto accaduto, ad esempio ai titolari dei bar «San Giorgio» e «Sole» di Bolzano. Il procedimento penale fa riferimento alla presunta violazione delle disposizioni contenute nel testo unico di pubblica sicurezza che prevede per tutti i giochi elettronici (riservati al pubblico) l'obbligo del collegamento diretto con l'amministrazione dei Monopoli di Stato che devono essere messi nelle condizioni di controllare l'attività e, di conseguenza, anche di calcolare le imposte che dovranno essere pagate sulle varie giocate. I "totem" invece vengono inseriti nei bar senza alcun tipo di controllo. Ma il problema giuridico che si è profilato in relazione alla natura dei "totem" non è di poco conto perchè manca una normativa specifica al riguardo. Lo ha evidenziato l’avvocato difensore Marco Boscarol. Nel caso delle apparecchiature sequestrate nei due bar cittadini, la perizia di carattere tecnico disposta dal giudice non ha neppure permesso di capire quali giochi elettronici fossero contemplati quando le “macchinette” erano in funzione. Il perito, infatti, non sarebbe riuscito ad accedere alle “memorie” dei computer a seguito di alcune “protezioni elettroniche” previste dal sistema. In queste condizioni, non sarà facile per la Procura sostenere le tesi accusatorie. «C’è anche considerare - spiega l’avvocato Marco Boscarol - che i totem di ultima generazione che vengono sistemati nei locali pubblici non danno neppure l’accesso diretto ad un gioco, ma forniscono semplicemente un servizio internet e dil barista riceve dei soldi semplicemente per permettere l’utilizzo del computer». (ma.be.)

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