LA TRAGEDIA

Tragedia al Corno del Renon, la Procura ha aperto un’inchiesta: al vaglio cartelli e indicazioni

Nello schianto in slitta contro un albero ha perso la vita la piccola Emily Formisano, di 8 anni, mentre la madre, Renata Dyakowska, si trova in gravissime condizioni all'ospedale di Bolzano

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LE FOTO - L'incidente in slitta sulla pista nera "Schwarzsee 2"



BOLZANO. La domanda più ovvia che sorge pensando all'incidente che nella giornata di ieri, sul Corno del Renon, ha strappato alla vita una bambina di otto anni, Emily Formisano, e procurato ferite gravissime alla madre, Renata Dyakowska, è se sia così facile sbagliarsi, imboccando una pista "nera" assolutamente vietata alle slitte. 

«Non è assolutamente così - afferma Gottfried Fuchsberger, capostazione del Soccorso alpino del Renon - è tutto segnalato con diversi cartelli. In teoria direi che sbagliarsi è impossibile, anche perché il pericolo è segnalato».

Eppure la mamma emiliana il cartello di divieto non deve proprio averlo visto. L’inchiesta della Procura dovrà inevitabilmente stabilire se le indicazioni all’utenza, all’arrivo alla stazione a monte della cabinovia, siano sufficienti ed efficaci. Perché in caso contrario la pista potrebbe essere considerata una trappola potenziale troppo pericolosa. Sotto questo profilo l’intervento della magistratura potrebbe anche rivelarsi risoluto.

Sulla sicurezza, infatti, non c’è da scherzare. E' evidente che eventuali risvolti critici potrebbero avere ripercussioni sotto il profilo penale per possibili responsabilità di carattere colposo in concorso. In quel caso il dito dell’accusa sarebbe rivolto verso i responsabili della società di gestione dell’impianto ed in particolare verso chi deve prevedere indicazioni certe soprattutto ai turisti poco esperti e non conoscitori della zona.

Il secondo fronte di accertamento degli inquirenti riguarderà le protezioni in essere lungo il tracciato della pista “nera” riservata a sciatori esperti. Pare assodato che la slitta uscita di pista ad una velocità sostenuta non abbia incontrato alcuna “resistenza”. Il tracciato ghiacciato , che corre lungo tratti di bosco, non sarebbe adeguatamente attrezzato con reti di contenimento. Tra il resto in questo periodo la neve artificiale ghiacciata è presente solo lungo il tracciato della pista. Chi esce dal tracciato non può contare neppure su possibili accumuli di neve naturale che in qualche maniera, anche se parzialmente, può attutire l’impatto con sassi o tronchi d’albero.

Sarà probabilmente l’inchiesta della Procura a dover stabilire se le condizioni della pista fossero comunque da considerare sufficientemente in sicurezza. L’indagine non sarà semplice e già oggi la magistratura disporrà i primi accertamenti necessari.













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