Tragedia della slitta, ci sarà una super perizia 

Salta la richiesta di archiviazione. Accolta l’istanza del padre e del marito delle vittime Il giudice Schönsberg ha affidato ad un esperto di Trento la valutazione su tracciati e indicazioni  


Mario Bertoldi


Bolzano. Colpo di scena nell’inchiesta sulla tragedia del Corno del Renon del 4 gennaio scorso che costò la vita alla piccola Emily di 8 anni e alla madre Renata Dyakowska di 38 anni. La Procura della Repubblica ha rinunciato a depositare la richiesta di archiviazione più volte annunciata ed il giudice delle indagini preliminari Emilio Schönsberg ha disposto un supplemento di indagine con la formula dell’incidente probatorio. Il giudice ha infatti accolto la richiesta degli avvocati di Ciro Formisano, padre e marito delle due vittime. L’ intera famiglia, di Reggio Emilia, stava trascorrendo l’ultimo giorno di vacanza in Alto Adige. L’uomo è formalmente indagato per presunte responsabilità colpose assieme a Siegfried Wolfsgruber, responsabile della società che gestisce il comprensorio sciistico del Corno del Renon. Ciro Formisano è stato coinvolto con una contestazione per lo più formale a seguito della sua posizione di tutela nei confronti della figlioletta Emily che perse la vita sul colpo il giorno dello schianto della slitta (su cui si trovava con la mamma) contro un albero ai lati della pista nera riservata ai soli sciatori esperti, con pendenze del 44 per cento.

L’uomo ha ora sfruttato la sua posizione di indagato per ottenere un nuovo approfondimento dopo aver avuto notizia dell’intenzione della Procura di chiedere l’archiviazione dell’inchiesta per mancanza di responsabilità specifiche. L’istanza dell’indagato ha così indotto il giudice a disporre una perizia per capire se la segnaletica ed il tracciato delle piste fossero corrette. Al perito sarà dunque chiesta una valutazione tecnica e la verifica dovrà anche prendere in considerazione i tracciati indicati ai turisti alla stazione di vetta dell’impianto del Corno del Renon. La pista di slittino, infatti, non è prevista in partenza dalla vetta ma al turista deve essere indicato un sentiero per raggiungerla in tranquillità e sicurezza, con un tracciato completamente diverso da chi intende invece affrontare con gli sci la pista nera (che venne invece imboccata per errore dalla due vittime). La verifica che ha disposto il giudice Emilio Schönsberg riguarda proprio i tracciati indicati e la relativa segnaletica. Al perito, dunque, il giudice chiede di indicare se la pista da slittino «era stata adeguatamente tracciata e segnalata anche in relazione ad eventuali interferenze con altri percorsi presenti in zona». Dunque il giudice non intende verificare solo l’efficacia della cartellonistica installata ma anche se dai tracciati indicati un turista fosse in grado di capire le varie tipologie di pista a disposizione. Il giudice ha scelto di affidare la perizia al dottor Ernesto Rigoni di Trento, esperto in tracciamento di piste da sci. L’udienza per il conferimento dell’incarico è stata fissata al 20 maggio.















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