Il processo

Tragedia di Lutago, analisi sul sangue delle vittime 

La difesa di Stefan Lechner ha ottenuto un nuovo incidente probatorio. Saranno  verificati i livelli alcolemici di chi fu travolto e ucciso per sostenere la tesi del concorso di colpa


Mario Bertoldi


BOLZANO. Il giudice delle indagini preliminari Emilio Schönsberg ha dato il via libera ad un secondo incidente probatorio riguardante lo spaventoso incidente di Lutago che la notte del 5 gennaio di due anni fa costò la vita a sette turisti germanici con altri otto rimasti gravemente feriti.

È stata la difesa (con gli avvocati Alberto Valenti e Alessandro Tonon) a ottenere una serie di accertamenti che mirano a verificare la possibile percentuale di concorso di colpa delle vittime, falciate dall’auto sportiva dell’indagato mentre attraversavano la statale per imboccare il vialetto che le avrebbe condotte all’albergo ove avevano pernottato.

Sino a qualche settimana fa l’attenzione degli avvocati di Stefan Lechner (indagato per omicidio stradale aggravato) era rivolta alla condotta dell’autista del bus che aveva riportato la comitiva in albergo dopo parte della notte trascorsa nella discoteca “Exenkessel” di Cadipietra.

Strage di Lutago: le immagini dei soccorsi

Oltre 160 i soccorritori intervenuti dul luogo della tragedia a Lutago, dove un gruppo di turisti tedeschi è stato falciato dall'auto guidata da un giovane ubriaco. Sei ragazzi di nazionalità germanica sono morti sul colpo, altri 11 sono rimasti feriti, di questi 4 sono in condizioni molto gravi.

Più volte si era ipotizzato un possibile concorso di colpa a seguito del punto poco felice scelto per far scendere dal mezzo la comitiva di turisti germanici che prima di andare ad impegnare la sede stradale nell’attraversamento passarono dietro il bus rimanendo per alcuni secondi coperti alla vista di chi sopraggiungeva in auto sulla corsia opposta.

Ora gli avvocati della difesa hanno deciso di dare battaglia su un altro aspetto e cioè sulle condizioni psicofisiche delle vittime al momento della tragedia. In termini più crudi, i legali di Stefan Lechner hanno chiesto e ottenuto dal giudice una perizia sui livelli alcolemici riscontrabili nei reperti di sangue delle vittime che all’epoca della tragedia il giudice fece conservare secondo le tecniche più avanzate.

Nella ricostruzione della dinamica dello spaventoso investimento alcuni consulenti avevano parlato di possibile “effetto gregge” con le vittime che avrebbero attraversato la strada in ordine sparso magari sotto l’effetto dell’euforia di una serata trascorsa in allegria.

Lo stesso perito d’ufficio aveva accertato che i pedoni investiti non si sarebbero trovati sulle strisce pedonali, ma ad alcune decine di metri di distanza da esse, sul lato opposto rispetto a quello dal quale proveniva l'auto di Lechner: il fascio di luce proiettato da un lampione esclusivamente sull'attraversamento pedonale potrebbe aver creato paradossalmente una sorta di ostacolo visivo per l'automobilista.

Le condizioni dell’automobilista (che aveva nel sangue alcol in quantità 4 volte superiori al limite consentito) e, secondo la difesa, anche quelle delle stesse vittime potrebbero aver fatto il resto. Senza contare che l’auto dell’indagato aveva sicuramente una velocità superiore al limite previsto (che nel punto della tragedia è di 50 chilometri orari).

Sulla velocità della vettura è in corso un vero e proprio braccio di ferro con i vari consulenti tecnici coinvolti. Ovviamente la difesa punta tutto sull’ultimo dato, emerso dalle centraline di controllo del motore della Audi TT che ha indicato una velocità presunta dell’auto prima dello schianto (e probabilmente dopo la frenata del conducente) di 60 chilometri all’ora.

Ma anche su questo punto non ci sono dati certi. Secondo il dottor Cipriani, perito d’ufficio, quella notte al momento della sciagura stradale Lechner avrebbe toccato i 90 chilometri orari. Secondo l’ingegner Nicola Dinon, consulente delle parti civili, sarebbero invece stati superati i 100 chilometri all’ora.













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