«Tram, il finanziamento sia provinciale» 

Il sindaco Caramaschi: se la struttura viaria costerà sui 200 milioni, il Comune non può metterne che al massimo quaranta


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Il futuro del tram è appeso ad un filo e quel filo lo tiene in mano la Provincia. «Perché - dicono in Comune a Bolzano - un finanziamento fifty-fifty tra noi e Palazzo Widmann come sembra essere l’orientamento non scritto, è fuori discussione...».

In sostanza: se c’è la volontà di dotare il capoluogo di questa opzione di mobilità, è Palazzo Widmann che deve renderla esplicita. Senza equivoci sul finanziamento. Altrimenti, anche il tram entrerà nel libro dei sogni, ultimo capitolo.

Più chiaro, ieri, l’assessore Gennaccaro: «Non siamo come gli altri municipi: i nostri fondi e la loro ripartizione non ci vengono dallo Stato ma dalla Provincia. Loro sanno di quanto disponiamo quindi, di cosa stiamo parlando?» Ancora più esplicito il sindaco: "A quanto ammonta il bilancio del Comune? E quant’è invece quello della Provincia? Si facciano due conti e già si vede quanto potrà dare Bolzano e quanto invece la giunta provinciale".

Renzo Caramaschi va a spanne ma è presto detto: la Provincia ha messo a bilancio più di 5 miliardi di euro, il municipio 300 milioni. Se il costo del tram sfiora i 200 milioni è implicito il livello di esposizione a cui giungerebbe il capoluogo. «Siamo alle solite - dicono invece alcuni consiglieri di maggioranza - nel territorio si investe in mobilità a tutti i livelli, qui da noi invece Palazzo Widmann continua a mettere dei paletti. E tutto si blocca appena si fanno i conti».

Il sindaco, in verità, conta molto su Kompatscher. In più occasioni ha messo in evidenza il suo rapporto molto cordiale e diretto col governatore altoatesino. Ma sa anche che il presidente ha alle spalle una giunta con forti pressioni a proposito degli interessi di valle. E dunque ha subito detto, pochi minuti dopo l’ultimo vertice: «Al massimo, mettiamo quello che eventualmente metteranno in due Caldaro e Appiano. Che trarranno dal tram evidenti benefici, come d’altronde noi». Traduzione: se il tram verrà a costare 200 milioni l’offerta sarà 30 o al più 40 milioni da Bolzano, per invece ottenerne 170-160 dalla Provincia. "Tertium non datur", anche perchè, insiste Caramaschi: «Non mi sembra che quando si finanziano le reti su binari della Venosta, Malles sia chiamata a pagare. O in altre valli dell’Alto Adige. E, insisto, i binari del tram sono una infrastruttura territoriale, tanto che dovrà servire i più di 24mila pendolari che arrivano in città da Caldaro o Appiano. E la sua estensione sarà ben oltre i confini urbani».

L’asse strategico della nuova mobilità dolce poggia infatti soltanto per una parte nel circuito bolzanino. Ben più della metà graviterà oltre Ponte Adige, favorendo gli spostamenti da Appiano, San Paolo, Ganda, Caldaro. Quanti saranno i bolzanini a salire sul tram? Probabilmente molto meno degli abitanti dei dintorni, soprattutto nelle ore di punta, la mattina e nel pomeriggio.

Soltanto una proiezione sull’uso zona per zona del tram potrebbe chiarire la proporzione dell’utenza e il livello di beneficio che ne trarrebbero i rispettivi ambiti territoriali.

È su queste considerazioni che il Comune intenderà avviare il confronto con la Provincia. Dopo il "sì" di massima al progetto, il prossimo vertice tratterà di denaro e dunque si vedrà la reale volontà da parte di Palazzo Widmann di attuare il programma.

«Ci sono tante soluzioni - osserva ancora il sindaco - per ripartire le spese. Basarsi sui rispettivi bilanci è la più corretta. Ma anche studiare la possibilità di creare una società mista Comuni-Provincia per il finanziamento e la gestione delle linee. Con presenze altrettanto proporzionali al livello di investimento». E a chi gli fa osservare, soprattutto dai banchi dell’opposizione, che il tram è un mezzo obsoleto, il sindaco invita a guardare a Copenhagen: "Lì, la Ansaldo ha vinto la gara per una struttura estremamente contemporanea su binari. È il futuro delle grandi e medie città". Mette sull’avviso tutti il socialista Dalla Ratta: "La Provincia ha detto che il tram è una buona idea? Aspettiamo. L’unico modo per essere sicuri è che firmi un accordo di programma. Nero su bianco".

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