A Don Bosco una cuoca marocchina presa di mira ripetutamente dal direttore. «Mi ha aggredita»

«Trattata come una ladra per il velo»

La denuncia: umiliata e costretta a lasciare la borsa all'ingresso del supermercato


Susanna Petrone


BOLZANO. «Sono stata trattata dal direttore del supermercato come se fossi una criminale solo perché porto il velo». Questo lo sfogo di una giovane marocchina. Stava facendo la fila davanti alla cassa di un supermercato di Don Bosco, quando le si è avvicinato il direttore dicendole che non poteva mettere piede in negozio con la borsa grande. In un primo momento, Aisha Arradad, 27 anni, marocchina, non ha capito quale fosse il problema, visto che le altre donne - senza velo - avevano borse anche più grandi.

«Ho pensato che si trattasse di un brutto scherzo - spiega la straniera, che da dieci anni vive a Bolzano -. La donna dietro di me ha reagito chiedendo al direttore del supermercato quale fosse il problema. La sua borsa era più grande della mia. Gli ha chiesto da quando in qua per entrare in un negozio bisogna lasciare alle casse le sporte». Solo a quel punto l'uomo si è allontanato, tornando nel suo ufficio. La straniera, che per scelta religiosa porta un velo come previsto dall'Islam, ha chiesto alla cassiera se avesse sbagliato qualcosa: «Mi ha risposto: "non chiedere a me, mai visto una cosa simile"».

La giovane marocchina, dunque, che nella vita fa la cuoca e vive con i genitori ed i tre fratelli a Bolzano, ha dimenticato l'episodio, sperando che si fosse trattato solo di uno scambio di persona. Ma qualche giorno dopo Aisha è tornata nel supermercato di Don Bosco, e con sua grande sorpresa è stata nuovamente invitata a lasciare la borsa alle casse. La seconda volta che è stata "fermata", ha capito che il vero problema era il velo ed il fatto di essere una musulmana.

«Mi ha trattata come se fossi una malvivente - spiega Aisha - Appena l'ho visto, ho immediatamente nascosto la borsa per la paura di essere aggredita verbalmente un'altra volta. Ma lui se ne è accorto, e me l'ha fatta consegnare alle cassiere. E' stato molto umiliante. Le ragazze mi hanno difesa, ma non c'è stato verso: ho capito che non ero gradita. A quel punto ho lasciato il supermercato». Aisha è arrivata all'età di 17 anni a Bolzano. Non ha mai avuto problemi di tipo razziale o religioso. Fino a qualche giorno fa. «La prossima volta presenterò denuncia in polizia».

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