“Treni dell’apartheid”, domani vertice a Bolzano

Incontro tra Italia, Austria e Germania sulle pattuglie miste. Il Siulp: vanno sospese Grandi timori per la chiusura delle frontiere tedesche dal 26 maggio al 16 giugno


di Luca Fregona


BOLZANO. Si troveranno domani mattina a Bolzano i vertici della polizia ferroviaria di Germania, Austria e Italia. Sul tappeto due temi caldissimi. Il primo: se proseguire o meno con le cosiddette scorte trilaterali sul territorio italiani, che hanno il compito di cacciare i profughi dai treni prima che arrivino al Brennero. (I cosiddetti “treni dell’apartheid”, dove se sei nero non sali). Secondo: la decisione della Germania di sospendere il trattato di Schengen e chiudere la frontiere dal 26 maggio al 16 giugno in occasione del G7. Una scelta unilaterale che comporterà un blocco dei migranti al Brennero molto più duro di quello di oggi, con un’ulteriore pressione sui poliziotti italiani. All’incontro di domani rappresenteranno l’Italia, il direttore del “Servizio di specialità Polfer”, inviato direttamente da Roma dal ministero degli Interni, il dirigente del Servizio di Dipartimento Verona-Trento-Bolzano, e il questore di Bolzano.

Per quanto riguarda le pattuglie trilaterali, è un dato di fatto che la presenza degli agenti tedeschi e austriaci sui nostri treni sia diventata di grande imbarazzo per il governo Renzi e il ministro Alfano. Le immagini dei migranti fatti scendere in stazione a Bolzano hanno fatto il giro del mondo. «I nostri poliziotti - sottolinea Mario Deriu del Siulp - passano per aguzzini, mentre sono costretti a subire la pressione di austriaci e tedeschi». I sindacati di polizia chiedono una dichiarazione di sospensione immediata delle pattuglie miste. «Nessun trattato internazionale impone all’Italia di subire le scorte trilaterali - continua Deriu - . Tutti hanno capito che gli agenti tedeschi e austriaci non sono dei semplici “osservatori”, ma esercitazione funzioni che spettano (sul territorio italiano) solo alla polizia italiana. Questa ipocrisia deve finire». Una presenza muscolare del tutto inutile. Ai profughi in transito non interessa restare in Alto Adige. Uno, due giorni, e il confine riescono a passarlo lo stesso. «Invece così si sovraccaricano i nostri poliziotti, costretti a governare da soli un fenomeno che dovrebbe avere altre risposte. Ci sono colleghi che si trovano in una situazione di grande difficoltà». Deriu non lo dice, ma alcuni agenti stanno chiedendo anche un aiuto psicologico. Provano imbarazzo e vergogna per i modi bruschi con cui sono costretti a impedire a donne e bambini di scendere o salire sui treni. “I treni dell’apartheid”, appunto. «Da qualche settimana, in Stazione a Bolzano ci sono i volontari a dare una mano, ma per mesi, nella totale indifferenza della politica, della Provincia e dei Comuni, sono stati solo i nostri poliziotti a prendersi carico dell’emergenza».

L’altro grosso problema che sarà trattato nel corso del vertice, è quello della chiusura delle frontiere tedesche dal 26 maggio al 16 giugno per il G7. La Germania “fa tappo” e cala la saracinesca in Baviera, l’Austria farà lo stesso “murando” il Brennero. L’Italia e l’Alto Adige per tre settimane rischiano di implodere. Centinaia di persone resteranno bloccate per giorni nella nostra provincia, bisognose di tutto. «Quando vedo in tv un barcone con 500 migranti approdare in Sicilia - dice Deriu -, so già che dopo tre giorni li avremo qui, in stazione a Bolzano. Se non potranno passare verso nord, cosa succederà?».

Di fronte a questo scenario, sono stati aggregati alla Polfer solo 5 uomini in più. Niente. La Provincia - in forte ritardo sul tema dei profughi - è avvisata. Ma il 26 maggio è “dopodomani”.

«La chiusura delle frontiere da parte della Germania - continua Deriu - è priva di ogni forma di sensibilità umana ed europea». L’Italia in questo periodo ha l’Expo (dai 6 agli 8 milioni di visitatori), l’ostensione della Sindone e tra qualche mese il Giubileo. «Siamo molto esposti, eppure non chiudiamo le frontiere di mare, scaricando il problema su Spagna, Grecia e Francia...». La soluzione resta solo una: la convocazione di un tavolo europeo per la sicurezza e la creazione di un corridoio umanitario che coinvolga tutti i Paesi. Ma anche la Provincia di Bolzano dovrebbe iniziare a premere sull’Austria.













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