Trenta alloggi e start-up agli ex Telefoni di Stato

Stanziati 6 milioni per risanare l’edificio di Corso Italia abbandonato da 30 anni Previsti laboratori, eventi culturali e una caffetteria. «Coinvolgeremo i giovani»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Trenta alloggi per i giovani, laboratori artistici e artigianali per l’avvio di imprese, eventi culturali e una caffetteria aperta al pubblico: questo è, in estrema sintesi, ciò che prevede il progetto di risanamento degli ex Telefoni di Stato, edificio in Corso Italia dismesso da oltre 30 anni. La giunta provinciale ha approvato ieri una delibera nella quale impegna 6 milioni di euro (nell’arco di tre anni) per il recupero e il futuro utilizzo dello stabile.

Il progetto - che non è ancora definitivo - prevede ai piani superiori dell'immobile una trentina di alloggi per i giovani e spazi abitativi condivisi e al piano terra i locali per progetti di coworking da realizzare in accordo con il Comune di Bolzano. Come ha sottolineato ieri il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini si tratta del primo progetto di cohousing e coworking (casa e lavoro), destinato alle nuove generazioni, che dovrebbe garantire ricadute utili per tutto il quartiere. «L’idea di fondo è quella di abitare insieme e lavorare insieme, quindi condividere. Non solo dare servizi, ma anche qualità della vita intesa come qualità delle relazioni da costruire».

Nella palazzina verranno ricavati spazi per nuove forme dell’abitare come il cohousing, spazi da affittare a canone calmierato per giovani single e per giovani coppie che possono rendersi autonomi dalla famiglia e avviare attività in proprio.

Abbinati agli spazi abitativi, infatti, si pensa ad aree di coworking che permettono di condividere luoghi per il lavoro abbattendo notevolmente i costi di avvio d’impresa e creando opportunità di sviluppo di nuove forme di lavoro. «I giovani che aderiranno a questo progetto - sottolinea in una nota la giunta provinciale - saranno chiamati a dedicare parte del loro tempo a fini sociali e attività culturali, con ricadute positive per gli abitanti dello stesso edificio e del quartiere». Tommasini ha ricordato che la giunta intende coinvolgere nel progetto anche le tre Consulte giovani provinciali, che potranno fare proposte per riempire di contenuti la palazzina e stilare i criteri del bando per l’accesso.

Per quanto attiene la parte tecnica, accanto all’Ufficio manutenzione della Provincia, si pensa a una collaborazione con l’Istituto per l’edilizia sociale, «in un percorso di costruzione partecipato», ha concluso l’assessore Tommasini. La caffetteria aperta al pubblico sfrutterà a pieno la terrazza con vista sulle Dolomiti. Gli incassi, poi, contribuiranno all’autofinanziamento di parte delle iniziative culturali programmate.

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