Tutti contro il bancomat obbligatorio

Commercianti costretti ad accettare i pagamenti col “Pos” ma Unione, Confesercenti e Consumatori non ci stanno


di Davide Pasquali


BOLZANO. Accettazione obbligatoria dei pagamenti Bancomat per commercianti, prestatori di servizi, imprenditori e liberi professionisti. L’ha imposta il governo con il cosiddetto decreto Sviluppo bis. Teoricamente sarebbe in vigore dal primo gennaio, anche se ancora non esiste il regolamento di attuazione. Nonostante ciò, commercianti, ambulanti e non solo sono assai preoccupati: maggiori costi di gestione, più burocrazia, prezzi più elevati per i clienti.

A questo proposito l’Unione commercio esprime le proprie critiche, soprattutto perché il ministero per lo sviluppo economico non ha ancora pubblicato le necessarie norme di attuazione. «Non può essere - sottolinea il presidente dell’Unione Walter Amort - che una legge entri in vigore senza che siano resi noti i dettagli della sua applicazione pratica». Per fare solo un esempio, pare che i redditi più bassi saranno esentati da questo obbligo, ma senza il regolamento di attuazione della legge tale esenzione non si può attuare. «Fondamentalmente - aggiunge Amort - siamo dell’opinione che un imprenditore dovrebbe essere libero di decidere se accettare o meno pagamenti con il bancomat dai propri clienti senza esservi costretto».

L’uso incondizionato dei pagamenti tramite bancomat comporterebbe in proporzione spese ingenti soprattutto per le microimprese, con il risultato di una notevole perdita di guadagno nel caso di mini-fatturati e di categorie merceologiche a minor ricarico. Le commissioni per ciascuna operazione “Pos” ammontano infatti, di norma, a non meno di 0,35 euro. «Nella vendita di articoli che generano singoli ricavi limitati tali costi non sarebbero più coperti dai guadagni».

Concorda Mirco Benetello di Confesercenti, il quale fa notare: «L’imposizione dovrebbe valere anche per gli ambulanti, una cosa davvero assurda: a un banchetto del mercato servirebbe una connessione internet via cellulare, per poter utilizzare il bancomat. Dal punto di vista tecnico molti operatori non sono attrezzati, ancora oggi diversi non hanno ancora il registratore di cassa, figurarsi il Pos». Anche il presidente di Confesercenti Federico Tibaldo si dice contrario: «Per una spesa di 200 o 400 euro magari può anche essere accettabile, ma si pensi a un benzinaio o a una latteria dove si spendono 5-6 euro a volta: burocrazia appesantita, una miriade di movimenti bancari per commercianti e clienti. Si tratta di una ulteriore riduzione dei margini per un settore già ora in forte difficoltà».

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