Uccise la suocera: è già libero

L'omicida di Sarentino è stato dichiarato "non pericoloso" dai periti medici che lo hanno in cura. Revocati gli arresti domiciliari: Kiem può attendere il processo da uomo libero



 BOLZANO. L’omicida di Sarentino, che massacrò la suocera a colpi di martello, è tornato in completa libertà. Ieri mattina il giudice Carlo Busato ha accolto l’istanza degli avvocati difensori Flavio Moccia e Loredana Pistoia. Stefan Kiem torna dunque libero per effetto della deposizione dei due medici psichiatri che hanno deposto al processo (con rito abbreviato condizionato) per omicidio volontario. Si tratta del professor Claudio Fabrici e della dottoressa Elda Toffol responsabile del servizio di igiene mentale dell’Asl di Bolzano. I due professionisti hanno confermato che l’imputato sta seguendo con estrema puntualità un percorso terapeutico di recupero ed hanno evidenziato che Kiem al momento non può essere considerato pericoloso. L’artigiano è inoltre costantemente monitorato in quanto si sottopone settimanalmente a due colloqui nell’ambito del percorso terapeutico previsto. Una situazione che ha indotto il giudice a revocare ogni limitazione alla libertà personale. Ricordiamo che Stefan Kiem si trovava agli arresti domiciliari presso l’abitazione di Bolzano dei genitori con permesso quotidiano a recarsi al lavoro nella zona di Merano. La prima perizia psichiatrica disposta dal giudice delle indagini preliminari lo ha riconosciuto totalmente infermo di mente al momento del fatto. Un responso che, se dovesse essere confermato anche dalla seconda perizia disposta dal giudice (e affidata al professor Luciano Magotti, psichiatra forense di Milano) porrebbe lo stesso Kiem in una condizione di «non imputabilità» per vizio totale di mente, anche se limitatamente al momento del fatto. Solitamente in casi di questo tipo l’imputato viene assolto penalmente (in quanto non imputabile) ma sottoposto ad un periodo di cura forzata in un ospedale psichiatrico giudiziario a seguito della conclamata pericolosità sociale. Per Stefan Kiem la strada giudiziaria si sta rivelando completamente diversa. E’ vero che i medici hanno rilevato che era affetto da un disturbo patologico pre-esistente, individuato come «disturbo dell’umore bipolare attivo-depressivo», ma è anche vero che ora i medici che lo hanno in cura lo considerano assolutamente non pericoloso. Posto che la custodia cautelare venne decisa per pericolo di reiterazione del reato, a fronte delle argomentazioni cliniche dei medici il giudice Busato non ha potuto far altro che metterlo in libertà in attesa dell’esito della seconda perizia psichiatrica. Unica limitazione: ritiro del passaporto e divieto di espatrio.













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