Uil alza la voce: «Più rispetto per chi insegna alle materne»

BOLZANO. “Il nuovo assessore alla scuola deve sapere che abbiamo un problema. Frutto di una politica che gli elettori hanno bocciato estromettendo Tommasini”. È forte il richiamo alla politica che...



BOLZANO. “Il nuovo assessore alla scuola deve sapere che abbiamo un problema. Frutto di una politica che gli elettori hanno bocciato estromettendo Tommasini”. È forte il richiamo alla politica che arriva dall’assemblea tenuta dalla Uil Scuola e dalla Uil Funzione Pubblica. In sala oltre 200 tra insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola professionale e collaboratori all’integrazione. Il focus, però, è stato fissato proprio sugli asili. “Sul nostro territorio questi insegnanti vengono equiparati ai dipendenti provinciali d’ufficio – spiega la delegata al settore infanzia Raffaella Cerrutti – ma questo atteggiamento ignora totalmente il concetto di scuola. Dal punto di vista dell’impostazione formale questo inquadramento è sbagliato ma lo è pure nell’organizzazione concreta del lavoro”. Già, perché le insegnanti della scuola dell’infanzia altoatesina lavorano 33 ore a settimana mentre nel resto d’Italia si fermano a 25. “Chiediamo di arrivare al livello delle nostre colleghe per una questione di riconoscimento del nostro lavoro e di equità”. I salari sono migliori? “Una finta verità – ribatte Marco Pugliese del coordinamento settore pubblico della Uil – perché il salario va anche parametrato al carovita. Nel resto d’Italia difficilmente si devono fare i conti con rette d’affitto da 900 euro per una abitazione. La Provincia utilizza i dati come meglio crede, omettendo alcuni aspetti fondamentali. Nel concreto quando ha dovuto trovare i soldi per i dirigenti li ha trovati, ma con il personale ha nicchiato. Quando avranno finito il teatrino sulle alleanze di giunta il nuovo assessore dovrà risolvere questa delicata questione”.

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