Un ristorante di vetro sopra piazza Walther

Verrà recuperata la terrazza, appartamenti e negozi


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Resterà il “ginkobiloba”, nel cortile. Ormai monumento verde. E poi la terrazza che sembra un sogno barocco dell'anno domini 1912. E la cupola-gezebo che guarda al duomo e alla piazza. Niente e nessuno li toccherà e con loro il landscape visibile. Poi appariranno i vetri, un poco discosti, così da non essere notati dal basso, e ancora i corpi di nuovi edifici a fianco verso vicolo Parrocchia e la piazzetta: così avanzerà la rivoluzione davanti al Walther.

Cambia Palazzo Campofranco e il suo cortile ma con lui tutto l'uso che si farà dell'areale intorno, un blocco di edifici illustri che hanno segnato nei secoli il destino del luogo, facendolo diventare centrale, il più centrale di tutti: dalle facciate rococò lungo via della Mostra, agli affacci sulla piazza, ai vicoli intorno.

Partirà martedì la rivoluzione, con un vertice in Comune tra gli uffici dell'Urbanistica di Stefano Rebecchi e i progettisti dell'impresa del conte Ferdinand Huyn.

E poi, dopo un mese, l'approvazione formale.

Infine a marzo l'avvio del cantiere.

Tornerà a convivere con la città, dunque, il suo cuore nobile. Fermo da troppo tempo. E sempre bloccato nei suoi risvegli imprenditoriali: prima da progetti non finanziabili, poi dai blocchi della sovrintendenza, infine dalla sorte del verde interno. Ora Franz Ferdinand Huyn è il project manager del suo sogno di riqualificazione. Con al centro la possibilità di tornare a passeggiare sulla terrazza più bella di Bolzano. Diverrà, nella sua parte intoccata (e intoccabile) che si affaccia sulla piazza, un ristorante all'aperto e, all'interno, sotto una struttura leggera di vetro e acciaio, un ristorante al coperto. Con la possibilità, quando il tempo lo permetterà, di collegarsi all'esterno con un sistema di tendaggi volanti. Una scalinata unirà il piano sopraelevato al cortile, dove sopravviverà felice il “ginko”. Che era stato lo snodo intorno a cui si era sviluppata la battaglia di conservazione verde della sovrintendenza. Sarà possibile non toccarne le radici quando si lavorerà sotto terra. Perché sarà lì, a qualche metro di profondità che il progetto vedrà apparire i suoi volumi più consistenti: duemila metri quadri di superficie commerciale, collegati, sempre in sotterranea, al parcheggio di Piazza Walther. Sotto, inizialmente, era stato previsto un supermercato. Ora, l'idea è ospitarvi un luogo di eccellenze sudtirolesi, un “Eataly” provinciale, un "Eatirol" come quello che avevano previsto nel quadrante di via Perathoner i progettisti di Erlebnis -Emozioni Alto Adige. Altre immissioni visibili saranno costituite da un edificio sul fronte del duomo, accanto alla Banca Popolare e un cubo di minori dimensioni su vicolo Parrocchia. Lì saranno ospitati alcuni appartamenti. Già lo aveva sottolineato l'ex assessora Chiara Pasquali, ma lo conferma oggi Stefano Rebecchi: e cioè che l'operazione «non è un regalo al committente perché la cubatura che viene ripristinata è quella distrutta dalle bombe della Seconda guerra mondiale». L'accelerazione è un prodotto del lavoro amministrativo del commissario. Le carte erano tutte sul suo tavolo, gli uffici avevano già proposto le modifiche, il conte le aveva eseguite e dunque Penta ha dato il via libera. Tra pochi giorni la prima tappa, che tra Rebecchi per il Comune e l'architetto Marion Wojnar per il proprietario Ferdinand Huyn, metterà a punto gli ultimi particolari tecnici. Poi, ancora un paio di settimane, per l'approvazione. Infine a primavera i lavori. Bentornata terrazza.













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