Unitalia non paga più: chiusa la storica sededi via Locatelli

Donato Seppi l’aveva rilevata dal Pdl in piena campagna elettorale; fallita la rielezione, ora restituisce le chiavi



BOLZANO. Cinque mesi. È il tempo in cui Unitalia è rimasta nella storica sede della destra in via Locatelli 2. Adesso non c’è più alcun simbolo di partito. La sede è vuota. Unitalia se n’è andata, anche perché le spese di affitto erano diventate insostenibili dopo che il leader del movimento, Donato Seppi, non è stato eletto alle ultime elezioni provinciali. «Troppi 1.500 euro al mese», dice il consigliere comunale Luigi Schiatti. Ma non tutto è finito per lo stesso Donato Seppi. «L’auspicio è che in quella sede possa tornarci magari il centrodestra unito in vista delle elezioni comunali del prossimo anno», sottolinea Seppi.

Fa una certa impressione vedere la sede completamente vuota. Anche se era già accaduto lo scorso anno, quando Giorgio Holzmann titolare del contratto d’affitto decise insieme a Fratelli d’Italia di trasferirsi in via Gaismair, attuale sede del partito guidato a livello nazionale dalla Meloni. Era l’aprile dello scorso anno, poi in ottobre il nuovo inquilino: Unitalia di Donato Seppi.

«Quando sono rientrato nella sede di via Locatelli, dopo lo strappo di diciassette anni fa, mi è scesa qualche lacrima. Ma adesso sono felice: la destra bolzanina ha di nuovo una casa». Così Donato Seppi nell’ottobre scorso. Unitalia a campeggiare sulle finestre sia verso via Locatelli che di corso Libertà. Dall'Msi ad Alleanza nazionale (con la svolta di Fiuggi), dal Pdl a Fratelli d'Italia. La sede di via Locatelli è stata aperta negli anni Sessanta. Ospitato protagonisti storici della destra bolzanina, da Andrea e Pietro Mitolo a Luigi Montali, da Ruggero Benussi ad Adriana Pasquali. Ma ci sono entrati anche molti big nazionali del calibro di Almirante, Rauti, Fini, La Russa e Gasparri. Il tutto a due passi dal Monumento alla Vittoria, dove la gente si radunava negli anni Settanta e Ottanta per i comizi dei leader più conosciuti e acclamati.

Nel 1985, quando un bolzanino su tre votava Movimento sociale e la destra riuscì a intercettare i voti di tutti gli operai, si parlò di onda nera. E il cuore pulsante dell'Msi si ritrovava sempre lì, in via Locatelli. Ora si aspettano gli eventi.













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