Bolzano

Università, fino a 650 euro al mese per un posto letto 

L’impegno del Mua per calmierare gli affitti. In città in media si pagano 460 euro al mese. Studenti costretti a trovar casa nei paesi limitrofi. Si chiedono agevolazioni Imi per i proprietari



BOLZANO. Per un posto letto agli studenti dell’ateneo bolzanino vengono chiesti fino a 650 euro al mese, una cifra che in qualsiasi altra città universitaria italiana sarebbe ritenuta alla stregua di pura follia, ma che da noi, invece, è cruda realtà. Nella nostra città in media un posto letto costa 460 euro al mese se in stanza singola, che possono scendere a 300 se in stanza doppia, ma per il quale si può però arrivare a pagare fino a un massimo di 440 euro al mese. Nonostante gli sforzi profusi da associazioni, ateneo e Provincia, gli appartamenti messi a disposizione dai privati in città sono ancora troppo pochi, tanto che ci sono universitari disposti a prender casa a Egna, Terlano, Ora, San Giacomo, Laives, Cardano, Cortina sulla Strada del Vino. È questa la fotografia scattata dal servizio yost.apartments del Mua, il Movimento universitario altoatesino, che da cinque anni si impegna quotidianamente per favorire un accesso a prezzi accettabili agli alloggi per gli studenti di unibz.

Stefano Zuliani, responsabile Mua, racconta: «Il nostro servizio è nato alla fine del 2016, quando, su nostro suggerimento, la ripartizione Diritto allo studio della Provincia con il supporto dell’assessore Achammer ha deciso di sostenerci. Si tratta di mettere in contatto proprietari di immobili e studenti che cercano casa». Bolzano, dopo 20 anni, è una città universitaria ancora relativamente giovane. «Gli studenti venivano ancora visti di cattivo occhio. C’erano grossi pregiudizi: troppa confusione, distruggono casa». Insomma, uno scetticismo generale. Poi però le cose sono iniziate a cambiare.

Il servizio yost è operativo da maggio 2017 e i suoi numeri sono lusinghieri: 70 cosiddetti match fra proprietari e studenti nel 2017, 120 nel 2018, 135 nel 2019, 120 nel 2020 (l’anno del lockdown), saliti a 189 l’anno scorso. Dall’inizio dell’attività, sono stati messi a disposizione in totale 240 appartamenti, per un totale di 390 posti letto offerti. Nel solo 2021 sono stati inseriti 38 nuovi appartamenti. Sono invece 640 i singoli contatti gestiti nel solo 2021.

«Il lavoro prosegue tutto l’anno, in collaborazione con unibz. Quando un proprietario ci contatta, effettuiamo un sopralluogo all’appartamento, scattiamo le foto, facciamo compilare un accurato formulario riguardo all’alloggio - superficie, posti letto, numero di stanze, tipo di contratto se per studenti o transitorio, prezzo eccetera - dopodiché, anche col supporto di unibz che pubblicizza il nostro servizio, mettiamo tutto sul web, con tanto di caratterizzazione dell’appartamento, geolocalizzazione eccetera».

Lo scopo, sin dall’inizio, è stato quello di creare una concorrenza trasparente. «L’obiettivo era calmierare gli affitti». Il Mua fa ovviamente gli interessi degli studenti, e per questo ai proprietari si danno consigli sui prezzi da proporre. «Noi suggeriamo. Ovviamente il proprietario è libero di chiedere quanto vuole, ma nel caso il prezzo sia troppo alto e l’alloggio rimanga sfitto per troppo tempo, ritenendolo fuori mercato contattiamo il proprietario e gli diciamo che al quel prezzo sul nostro portale non è il caso che rimanga». Attualmente, come minimo, «per un posto letto si pagano 250 euro al mese, nelle zone periferiche, un poco fuori, diciamo in linea con altre città universitarie, ma per spuntare prezzi accessibili c’è chi trova casa a Egna, a Terlano, a San Giacomo».

Sicuramente, prosegue Zuliani, «mancano posti letto, anche se la situazione non è drammatica. Bisognerebbe capire meglio quale sia la prospettiva di crescita dell’università. Quali nuovi corsi di laurea, quanti studenti in previsione da accogliere nei prossimi anni. Di certo possiamo dire che negli anni abbiamo ricevuto molte più richieste rispetto agli alloggi disponibili, tanto che, gioco forza, ci sono anche studenti che hanno rinunciato a studiare qui».

Gli studentati? Potrebbero aiutare, ma l’unica soluzione, per il Mua, è coinvolgere i privati. «Si dovrebbe trovare il modo di incentivarli, per abbattere i prezzi che, a ben vedere, in media continuano a rimanere assurdi». Per questo il Mua è attivo anche politicamente, se così è concesso dire: «Nell’ambito della discussione sui rincari Imi sulle seconde case, abbiamo proposto che per i proprietari venga introdotta una agevolazione per chi affitta agli studenti». Si spera che il consiglio provinciale accolga. DA.PA.













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