Val Badia, profughi nei container

I Comuni volevano ospitare i 25 rifugiati in varie strutture, ma la Provincia pensa ai prefabbricati


di Ezio Danieli


VAL BADIA. Sembrava definita la questione della sistemazione dei 25 profughi destinati in Val Badia. Invece sono sorti dei problemi imprevisti e ora si attende una decisione definitiva da parte dell'assessore provinciale Martha Stocker che pare orientata a proporre una sistemazione in una serie di container da collocare nella vallata ladina.

I Comuni badioti avevano rilanciato la loro proposta di ospitare i profughi in strutture differenti. A tal proposito il Comune di Badia era riuscito ad individuare una soluzione. Ma c'è da dire che la proposta di dividere i profughi in luoghi diversi non piace a livello provinciale, che infatti ha bocciato l'idea per comprensibili problemi nella gestione e nell’assistenza alle persone in arrivo. A loro volta, le amministrazioni locali non sembrano in grado di raggiungere una soluzione condivisa alternativa alla sistemazione dei profughi in sedi distribuite nei diversi centri e, in certi casi, come è stato per Corvara ad esempio, hanno sostenuto di non avere disponibilità di alloggi. Una situazione ancora fluida, diversa da quanto è successo in altre vallate. Da qui l’ipotesi che prevede la sistemazione degli ospiti in una serie di container.

Tutto in realtà sembrava risolto quando la giunta provinciale, con voto unanime, aveva preparato il contratto con Daniela Moling, proprietaria dell'ex pensione Murin, struttura individuata per ospitare i profughi. Il contratto prevedeva una spesa di 11.500 euro per il periodo dal 1° settembre al 31 dicembre (sul capitolo apposito del bilancio finanziario della Provincia 2016) e la spesa annua di 34.500 euro (sui relativi capitoli dei bilanci futuri fino al 31 dicembre 2019 compreso). Nell'ex pensione Murin, dopo i necessari lavori di adattamento, sarebbero dovuti arrivare i 25 profughi spettanti alla Val Badia, ma la titolare della pensione non ha firmato il contratto ed è quindi tornata d'attualità la proposta fatta da un comitato locale che aveva espresso il desiderio che i cittadini extracomunitari potessero essere ospitati nei cinque Comuni della valle. Gli esponenti comunali di Badia, Corvara, La Valle, San Martino e Marebbe erano d'accordo sulla ripartizione in parti uguali, ma ecco i problemi con la Provincia, cui non piace la suddivisione dei profughi, peraltro non prevista dalle disposizioni governative. In un’assemblea pubblica a fine ottobre a Badia, il sindaco Giacomo Frenademetz aveva annunciato che un privato aveva annunciato di poter mettere a disposizione un proprio alloggio per ospitare dei profughi. "Purtroppo la Provincia - commenta lo stesso Frenademetz - non ha accolto la proposta fatta dai Comuni ladini e quindi siamo fermi in attesa di sapere come dobbiamo muoverci. È una situazione che non mi soddisfa, perché bisognerebbe avere maggiore attenzione nei confronti di persone tanto sfortunate”.

L'unica certezza è che la gestione dei profughi, quando per loro si troverà un'ubicazione, sarà affidata a Volontarius dopo la rinuncia della Caritas, oberata di impegni nel settore.

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