Vecchia discarica, parte il risanamento Costerà 6,4 milioni 

La bonifica classica sarebbe costata troppo: 100 milioni Si è optato per l’incapsulamento e l’impermeabilizzazione


di Davide Pasquali


BOLZANO. È la discarica più a lungo non bonificata di tutta Italia. Sanarla completamente sarebbe costato cento milioni di euro. Troppi. E allora si è optato per l’incapsulamento. Che ora partirà.

Come precisa il consigliere comunale Claudio Della Ratta, nei giorni scorsi si è tenuto un sopralluogo della commissione Ambiente del municipio presso la discarica bassa di castel Firmiano, nel corso della quale funzionari e tecnici hanno illustrato il progetto di bonifica tramite incapsulamento con messa in sicurezza permanente del sito contaminato. Una bonifica attesa da anni, «dato che l’ex discarica di Firmiano, ufficialmente definita “Discarica Vecchia”, è stata chiusa nel 1979, quasi 40 anni fa, ed è di fatto la discarica più a lungo non bonificata in Italia dopo la sua chiusura». Il progetto esecutivo verrà completato ad inizio 2019 e di seguito partiranno i lavori che dureranno circa un anno e mezzo, con costo totale previsto in 6,4 milioni di euro.

La scelta dell’incapsulamento «è stata ben valutata e risulta, oltre che meno costosa della bonifica integrale, un ottimo compromesso rispetto ad un intervento meno importante (e meno costoso) previsto dalle leggi in materia». In base alle leggi attuali si poteva rimediare con un intervento più blando di copertura, rispetto a quello ora previsto. In sintesi «quello in previsione è il miglior progetto che potesse essere di fatto attuato».

Il problema della discarica vecchia è dato in questo momento da alcune fratture che interessano l’area. «Fortunatamente - spiega Della Ratta - la base del sito è in porfido che, fratture a parte, è un ottimo isolante». L’acqua si infila di fianco sul versante laterale e, mancando un catino, continua a “lavare” i rifiuti presenti, generando del percolato. Il gas presente nell’area è in fase calante (poco significativo – i rifiuti non “reagiscono” più), mentre ancora significativa è la presenza di percolato. Prioritario risulta quindi captare (intercettare) le acque che si infilano lateralmente. Sulle direttrici dove c’è la crepa è infatti presente molto arsenico.

Si intende quindi «drenare l’acqua a monte (quella piovosa) tramite la costruzione di un canale di scolo-catino e captare inoltre la stessa con appositi fori nel terreno prima che si infili in discarica. Verrà effettuata inoltre la ridistribuzione di 35 mila metri cubi di materiale in superficie - per rendere meno irta la zona - e tutto verrà coperto con un’adeguata impermeabilizzazione a strati differenti di materiale di 1,70 metri di altezza.

La vecchia discarica da bonificare/mettere in sicurezza ha un’area di 40 mila metri quadri (4 ettari), ma si stima accolga in proporzione molti meno rifiuti della nuova (330 mila metri cubi) e il materiale è stabile e non reagisce con produzione di gas.

Si è scelta questa tipologia di copertura perché garantisce negli anni sicurezza ad un costo accessibile, oltre comunque agli standard previsti dalla legge. «Esiste uno studio su analogo materiale esistente che sta durando da oltre 35 anni senza problemi di sorta. Si garantisce la tenuta del materiale isolante per oltre cento anni».

Se si fosse optato per la bonifica integrale, comunque di difficile attuazione pratica, «avremmo dovuto affrontare un costo pari a circa 100 milioni di euro».

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