Viale Druso, speedcheck “nascosto” Il Comune lo difende ma è bufera

Bolzano. Speed check seminascosto da un albero in viale Druso e con adesivo col limite a 50 anziché a 40 all’ora. L’assessore Marialaura Lorenzini lo difende e anzi non esclude che in futuro ne...



Bolzano. Speed check seminascosto da un albero in viale Druso e con adesivo col limite a 50 anziché a 40 all’ora. L’assessore Marialaura Lorenzini lo difende e anzi non esclude che in futuro ne verranno installati altri. «Serve come deterrente e comunque se si rispettano le regole non si fa cassa. Se non le si rispetta ci sono costi sanitari e sociali». Ma intanto in città infuria la polemica.

«Troviamo sbagliato - dichiara Marco Caruso (Lega) - posizionarlo in modo da essere nascosto dagli alberi e quindi non ben visibile agli automobilisti. Inoltre risulta ingannevole il limite applicato sopra che indica i 50 km/h quando su questa strada il limite imposto è di 40. Non si può dire ai cittadini di non voler “fare cassa”, quando si sceglie di installarli in queste posizioni. Inoltre, mi chiedo perché non sia stata interpellata la commissione consiliare alla mobilità, di cui faccio parte, che sicuramente avrebbe scelto a maggioranza di posizionarlo in modo ben visibile con lo scopo primario di far rallentare le auto e non col solo fine di multarli». Gli fanno eco i colleghi leghisti Roberto Selle e Mirche Hristov. «Siccome l'amministrazione Caramaschi ha installato un autovelox nascosto tra le piante, abbiamo deciso di avvertire noi la popolazione della sua presenza. Un autovelox è di fatti un dissuasore. Nascosto serve a poco, mettendolo in un posto visibile incentiva i cittadini a rispettare i limiti, messo in questa posizione invece serve solo ad una cosa: a fare cassa!»

Relativamente ai nuovi speed check posizionati in città, sostiene invece Claudio Della Ratta (Psi), «non si può che evidenziare la conferma dell’accanimento di questa amministrazione nei confronti degli automobilisti. Purtroppo, la spinta virtuosa all’utilizzo dei mezzi pubblici e delle biciclette genera nella nostra città una “caccia all’automobilista” in tutte le sue forme, e questo non è corretto nei confronti di chi non solo predilige il mezzo privato, ma forse non ha molte alternative all’utilizzo dello stesso». I limiti di velocità presenti nella nostra città, inoltre, «penalizzano oltremodo i bolzanini. È innegabile che se ad esempio a Roma o a Trento, si viaggia su strada sgombra a 56 km/h si viene sanzionati con 41 euro, se accade a Bolzano si viene sanzionati con 169 euro e decurtazione di 3 punti dalla patente». Si fa presto «a dire che non si vuole fare cassa, quando, causa un limite troppo restrittivo rispetto a quello previsto dal codice della strada, e rimarcato ad ogni revisione dello stesso, le sanzioni sono economicamente oltremodo penalizzanti rispetto al resto del Paese».

«Basta con le multe ai cittadini di Bolzano utilizzate per gonfiare i bilanci della città!», attaccano Maria Teresa Fortini ed Angelo Rizzo (M5S). «Ogni anno è necessario ricorrere alle variazioni di bilancio perché il gettito proveniente dalle multe è sempre maggiore di quello preventivato, è inaccettabile!» I bolzanini sono così indisciplinati? «Non crediamo proprio!» Inoltre, «questa ricerca spasmodica di luoghi in cui multare la cittadinanza incide sulla fiducia della cittadinanza stessa nel lavoro dei vigili e li degrada a meri cacciatori di multe». I nostri vigili «devono diventare un presidio di prevenzione e prestare il necessario supporto per una mobilità rispettosa della legge». Oltretutto, proseguono i pentastellati, «si è appreso che una sostanziosa parte delle contravvenzioni sono ricadute nel paniere dei crediti non esigibili, cioè pochi le pagano o possono permettersi di pagarle!» La loro presenza nei crediti non esigibili comporterà che nei prossimi bilanci il fondo crediti di dubbia esigibilità aumenterà ancora di più «con una sostanziale penalizzazione di tutto il bilancio comunale, alla faccia della buona amministrazione paventata dal sindaco». Allora «utilizziamo la prevenzione come deterrente, impieghiamo i vigili di quartiere, mettiamo gli speed check ben in vista e con segnalazioni chiare. L’unico scopo è che si riducano i cattivi comportamenti e l'astio verso il nostro corpo di polizia urbana».

Questi speed check, risponde l’assessore Marialaura Lorenzini, «servono da deterrente per la sicurezza, non ai fini di fare cassa, perché se così fosse non andrebbe bene». Per arrivare alla velocità giusta, «che non mette in pericolo persone e macchine, gli speed check funzionano». Sono un sistema per abituare le persone a rallentare. «È solo una delle tante misure, perché non possiamo avere vigili dappertutto. E non è vero che stanno nascosti a fare i controlli, fanno solo il loro dovere. Ci sono i cartelli! E lo ripeto: se in una certa zona si vuole mitigare la velocità, si ottiene il risultato molto velocemente se si posizionano speed check. Non prevale l’aspetto punitivo ma quello educativo: la gente così si abitua a viaggiar piano». DA.PA













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