Viale Trento, il capriolo beffa fucili e cani da caccia

Si è infilato sotto il viadotto dell’A22, circondato da pompieri, forestale e polizia. Non sono riusciti a centrarlo con le fiale di narcotico. Alla fine è scappato


di Susanna Petrone


BOLZANO. Era dalle prime ore di martedì mattina che girovagava per viale Trento, vicino alla ferrovia, tra la ciclabile e il viadotto dell’A22. Ma solo in serata la Forestale ha deciso di intervenire per catturare quel giovane esemplare di capriolo che continuava a scorrazzare sulla strada. Sono giunti sul posto i vigili del fuoco del corpo permanente, Ivo Bocchi del Corpo Forestale, il guardiacaccia Bartolomeus Thaler e il veterinario provinciale Giovanni Lorenzi. Con un fucile ad aria compressa, hanno cercato di sparargli per narcotizzarlo e portarlo in salvo, prima che causasse incidenti o si facesse male. Ma mentre pompieri, veterinari e forestali cercavano di spaventarlo il meno possibile, indirizzandolo in una specie di imbuto di reti sistemato sulla ferrovia, si è fermato anche un cacciatore, che passava per caso in viale Trento con il suo cane. Il capriolo, terrorizzato, ha iniziato a correre a destra e sinistra, per paura di essere azzannato, rendendo impossibile la cattura. «La prima cosa che si doveva fare era transennare l’area al pubblico - spiega Lorenzi, non nascondendo il proprio disappunto -. Il cane del cacciatore invece si è avvicinato, spaventando a morte l’animale. Fortunatamente non è successo nulla. Siamo andati a controllare con i nostri cani, addestrati ad un certo tipo di comportamento. Il capriolo stava bene, ma non siamo più riusciti a recuperarlo. Ci ha seminato buttandosi nell’Isarco». Quando si tratta di selvaggina cacciabile, i primi a dover intervenire sono gli uomini della Forestale. «Mi sono arrabbiato - racconta Lorenzi - perché ci siamo mossi in ritardo. Il capriolo è stato visto alle 7 di mattina, ma ci hanno avvisato solo alle 22. Avremmo potuto fare un intervento tranquillo. Invece siamo arrivati che era buio». Gli abitanti avrebbero avvisato la Forestale ancora di buon mattino, ma le guardie erano convinte che sarebbe risalito da solo sul Virgolo. Il capriolo però è rimasto bloccato nell’area tra i binari e il viadotto. «Quando arrivano sulla strada, i rischi sono molteplici - prosegue il veterinario -. Non si può aspettare ore prima di fare qualcosa . L’animale è saltato giù dal muro di viale Trento. Sapeva dove erano i varchi della rete che porta ai binari».

Solo a tarda notte, impauritissimo, il capriolo è riuscito a fuggire ai cani e ai fucili buttandosi nell’Isarco, dove, nuotando, si è dileguato nel buio.

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