Vietati i «botti» a Egna Multe fino a 500 euro

Il sindaco rispolvera il regolamento di polizia urbana e una vecchia ordinanza «Mobilitati vigili urbani e carabinieri: faremo rispettare le regole»


di Massimiliano Bona


EGNA. Anche Egna, oltre a Bolzano, ha deciso di usare la linea dura contro i fuochi d'artificio. Per farlo il sindaco Horst Pichler, pressato anche dalle richieste dei consiglieri Pizzaia, Borsoi d Cimadon, ha rispolverato una vecchia ordinanza emessa quasi vent'anni fa dal vecchio primo cittadino Alfred Vedovelli ma anche il regolamento di polizia urbana approvato invece nel 2011. I trasgressori rischiano pesanti sanzioni che vanno da un minimo di 80 ad un massimo di 500 euro. «Il pagamento in misura ridotta è di 160 euro, a cui bisogna aggiungere ovviamente gli eventuali danni. In ogni caso - prosegue Pichler - abbiamo già consegnato il regolamento di Polizia urbana alla locale stazione di carabinieri».

Egna dispone, come detto, anche di una vecchia ordinanza in materia «e intendiamo - prosegue Pichler - farla rispettare, soprattutto per una questione di sicurezza».

Si tratta, per inciso, dell'ordinanza numero 61 del 1997 che riguarda, specificatamente, «il divieto del lancio di fuochi d'artificio e di altri rumori molesti».

La premessa è rivolta soprattutto ai giovani che lanciano «in continuazione razzi, petardi, mortaretti e altro e ciò costituisce un pericolo non indifferente, per gli anziani e per i bambini più piccoli».

Fatte queste considerazioni è vietata «con effetto immediato l'accensione di fuochi d'artificio, ma anche il lancio di petardi, mortaretti e l'abuso di bombolette spray sul territorio comunale di Egna».

I contravventori - recita l'ordinanza - saranno puniti con un'ammenda ai sensi dell'articolo 20, comma c, della legge provinciale 66/1978. A curarsi dei controlli saranno la polizia municipale e i carabinieri della compagnia di Egna.

Come spesso accade in questi casi il vero problema è riuscire però a far rispettare il divieto. In altri Comuni altoatesini, infatti, sebbene l'ordinanza esista da anni non risulta, nelle casse comunali, un solo euro frutto delle sanzioni. C'è da sperare quantomeno che il divieto possa fungere da deterrente inducendo soprattutto i più giovani a lasciar perdere.

Più che all’aspetto repressivo Pichler punta peraltro sulla prevenzione.

Ciò non significa, peraltro, che nel Comune della Bassa Atesina non si vedranno fuochi d’artificio.

L’articolo 16 del regolamento di polizia urbana consente, infatti, di richiedere deroghe presentando richiesta scritta e motivata al primo cittadino, che dovrà poi vagliare caso per caso. «Mi meraviglia - conclude Pichler - questa richiesta dell’opposizione, anche perché il nostro regolamento è relativamente recente».

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