Bolzano

Violenze sulla figlia minorenne, due anni di carcere al padre

Negata la condizionale all'uomo: il fatto è stato ritenuto di «non lieve entità». Revocata la patria potestà



BOLZANO. Il padre altoatesino denunciato dalla figlia dopo il suo 18esimo compleanno, ha rimediato una condanna a due anni di reclusione senza sospensione condizionale. In caso di conferma anche in appello ed in Cassazione del verdetto, l’uomo dovrà dunque scontare la condanna materialmente in carcere. Solo nel corso dell’espiazione della condanna potrà avanzare eventuali richieste per l’affidamento ai servizi sociali in prova.

La condanna a due anni di reclusione è avvenuta con rito abbreviato che ha garantito comunque all’imputato la riduzione di un terzo della pena base.

L’uomo è stato riconosciuto responsabile di violenza sessuale ed il tribunale (presidente Stefan Tappeiner) non ha ritenuto il fatto di «lieve entità». Tutt’altro. In effetti la sentenza ha inflitto all’uomo (che ha cercato di alleggerire la propria posizione processuale risarcendo economicamente la figlia) anche una serie di pene accessorie. In sostanza il padre (che ha precedenti penali non specifici) è accusato di aver approfittato della sua posizione di capofamiglia per soddisfare particolari perversioni sessuali.

Pochi mesi dopo aver compiuto 18 anni, la ragazza (che ora vive all’estero) ha infatti raccontato che il padre era solito obbligarla a pulire tutta la casa completamente nuda per poter essere autorizzata ad uscire con gli amici e trascorrere qualche ora in allegria ed in compagnia.

I fatti sarebbero avvenuti nel 2017 e la ragazza, quando presentò denuncia, raccontò di essere stata costretta a sottostare alle imposizioni del padre più volte, puntualizzando che l’uomo mentre lei girava per casa nuda per fare le pulizie si lasciava andare a manifestazioni di auto erotismo a cui la figlia era costretta ad assistere.

Non solo. In più occasione la ragazzina sarebbe stata anche palpeggiata nelle parti intime. È stata la stessa figlia a denunciare il comportamento del padre e a mettere l’uomo in guai grossi sotto il profilo processuale. La difesa ha cercato inutilmente di ottenere la derubricazione dell’imputazione da violenza sessuale a molestie. Un tentativo respinto dal tribunale.

Come già accennato la sentenza ha inflitto all’uomo anche una serie di pene accessorie pesanti. In primo luogo il padre ha perso la potestà genitoriale. L’uomo non avrà neppure più diritto ad eventuali quote di eredità; è stato interdetto dai pubblici uffici e una volta scontata la pena dovrà sottostare a misure di sicurezza ancora da definire.













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