Vipiteno scatena la battaglia del wellness

Acquarena contro Balneum: «Troppi centri benessere»


Gianfranco Piccoli


BRESSANONE. «Il Balneum? Una brutta copia dell'Acquarena». Stefano Cicalò, direttore della struttura brissinese, non usa metafore per commentare l'apertura della nuova piscina e centro benessere a Vipiteno.  Parole dettate dal timore della concorrenza, potrebbe obiettare legittimamente qualcuno. Chiaro, avere un doppione dell'Acquarena (stessa filosofia progettuale, ma meno spazi) a trenta chilometri di distanza, non farà impazzire di gioia i vertici della struttura brissinese. Ma la verità è che Cicalò alza la pentola su un tema concreto e di grande attualità: il proliferare (al fianco delle aree wellness ormai presenti in tutte le strutture ricettive) dei grandi centri benessere in Alto Adige. Ce ne sono una decina, mentre nel vicino Trentino esiste una sola offerta analoga, l'Aquain di Andalo, sull'Altopiano della Paganella.  «Il lago è lo stesso, i pesci sempre quelli, il tipo di esca uguale, ma continuano ad aumentare i pescatori», è l'efficace immagine usata dal direttore dell'Acquarena per spiegare la situazione. Tradotto: la torta ha sempre le stesse dimensioni, ma a mangiarla sono sempre di più, con il rischio che alla lunga non tutti riescano a sfamarsi. Anzi.  Cicalò, il vostro non è solo fastidio per un concorrente a due passi dalla porta di casa? «Non è così, il problema è di gran lunga più ampio. Il Balneum è stato progettato e finanziato dall'ente pubblico (è costato poco meno di 10 milioni di euro ndr) senza che qualcuno in Provincia si ponesse la domanda cruciale: quali strutture già esistono in Alto Adige, dove sono collocate e quali tipi di servizi offrono. Nessuno, nemmeno a livello di amministrazioni comunali, si è mai confrontato su questo tema».  Quindi? «Serve, con urgenza, un masterplan a livello provinciale per capire cosa c'è e cosa serve ancora».  Un mercato saturo? «Bressanone, Merano, San Candido, Riscone, Naturano, Malles, Laces, ora Vipiteno e una struttura in arrivo a Campo Tures, il "Cascade". Di fatto, l'unica zona ancora scoperta in provincia, per quanto riguarda l'offerta di grandi centri benessere, è la Bassa Atesina. Noi abbiamo posto il problema più volte al presidente Luis Durnwalder: se non si differenzia l'offerta, si rischia di cannibalizzarsi. E, ad un certo punto, alcune strutture, soprattutto le meno appetibili, potrebbero imboccare la strada dei "prezzi stracciati" per attirare clientela, con effetti imprevedibili sui bilanci di tutti. Da questo punto di vista - prosegue Cicalò - nella vicina provincia di Trento sono stati molto più accorti: hanno fatto un programma generale per il settore dei centri benessere, non c'è stata una crescita senza una regia precisa».  C'è chi fa (o ha fatto) il passo più lungo della gamba? «Maranza non ha insegnato nulla evidentemente: hanno costruito una struttura che viene usata solo per alcuni mesi all'anno per mancanza di materia prima: i clienti. Un caso esemplare».  Tornando al Balneum di Vipiteno, pensate che possa incidere in modo sostanziale sul mercato di riferimento dell'Acquarena? «Il Balneum, oltre ad essere, purtroppo, un doppione in miniatura dell'Acquarena (il progettista non a caso è lo stesso, l'architetto Ralf Dejaco ndr), ha senz'altro un'offerta molto allettante per quanto riguarda l'abbonamento per le famiglie: 750 euro all'anno per usare tutte le strutture sportive, sci compreso, è un richiamo notevole. Certo - prosegue Cicalò - poi a fine anno saranno i bilanci a dire se certi prezzi sono praticabili, visto che qualcuno deve pagare. Complessivamente, tuttavia, ritengo che la proposta di Acquarena in termini di orari, spazi e servizi resti comunque più accattivante».  Vi aspettate comunque un calo degli ingressi a Bressanone? «Abbiamo calcolato - spiega il direttore dell'Acquarena - che il Balneum possa erodere 5-10 mila ingressi all'anno. Il nostro obiettivo è di mantenere l'attuale posizione, ovvero i 390 mila biglietti staccati nel 2010, con operazioni di marketing mirato soprattutto in Austria e in Trentino. Punteremo molto sull'abbinata Acquarena-shopping. Da questo punto di vista - conclude la sua analisi Stefano Cicalò - l'Acquarena gode di una posizione migliore rispetto a Vipiteno».

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