Vitalizi, braccio di ferro con gli ex

Moltrer incontra Pahl: «Tagli ridotti del 2,8%». L’ex consigliere Passerini: «Nella legge sparito il fondo per il welfare»



BOLZANO. È ancora braccio di ferro sui tagli ai vitalizi d’oro, in vista della giornata di venerdì quando torneranno a riunirsi i capigruppo regionali, questa volta - si spera - per dare il via libera al disegno di legge che dovrebbe approdare in aula a inizio luglio. Dopo l’ufficio di presidenza di lunedì sera, ieri il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer ha incontrato i vertici dell’associazione degli ex consiglieri, rappresentati dal presidente Franz Pahl, il vice Dario Pallaoro, l’ex senatore Oskar Peterlini e Claudia Piccoli. Ma proprio gli «ex» potrebbero provocare uno slittamento dei tempi. L’associazione ha disdetto la conferenza stampa convocata per oggi. «Moltrer non ci ha consegnato il disegno di legge, perché è ancora in fase di stesura», spiega Pahl, «senza un testo non possiamo argomentare in modo preciso le nostre critiche». Pahl venerdì aveva incontrato il presidente provinciale Arno Kompatscher: «Un confronto cordiale, ma restano tutte le nostre contrarietà e l’intenzione di presentare ricorsi». L’assemblea dell’associazione è stata convocata per il 12 giugno. Un tentativo di prolungare i tempi? Sta alla maggioranza regionale decidere se accettare di intavolare una vera e propria trattativa con gli ex. Pahl intanto torna ad attaccare il presidente regionale Ugo Rossi: «Nella legge non è prevista alcuna penalizzazione per i consiglieri eletti la prima vola nel 2008, come Rossi. Per loro, nessun contributo di solidarietà, come quello ulteriore che vogliono imporre ai nostri vitalizi. Non a caso è già chiamata la legge salva-Rossi». La bozza del disegno di legge prevede che i consiglieri del 2008-2013 restituiscano gli interessi maturati sui 210 mila euro di contributi accanontati nei cinque anni e restituiti a fine legislatura. Moltrer riferisce dell’incontro di ieri: «Ho spiegato cosa intendiamo fare e gli ex consiglieri hanno capito che l’entità dei tagli non sarà del 50% come qualcuno temeva. Le decurtazioni saranno diverse per ogni consigliere, calcolate sulla base di un’interpretazione autentica dell’attualizzazione contenuta nella legge del 2012, rapportate alla speranza di vita di ciascuno. Ho anche chiarito loro che il 20% di taglio dell’assegno vitalizio sarà applicato sull’importo lordo e che le tasse pagate su quanto ricevuto saranno scalate dalle somme che dovranno essere restituite alla Regione». Rispetto alla prima versione del disegno di legge, la proposta è stata ammorbidita, applicando tassi di sconto a scavalco tra il 2012 e il 2013, quest’ultimo anno più favorevole per i beneficiari dei vitalizi. «I tagli saranno ridotti in media del 2,8% rispetto alla prima proposta e alla fine rientrerà nelle casse regionali 43,8 milioni, circa 1,2 milioni in meno rispetto ai 45 previsti», chiarisce Moltrer. Ma sulla destinazione di questi soldi va all’attacco l’ex consigliere trentino Vincenzo Passerini, tra i pochi ad avere restituito le somme ricevute: «La giunta regionale, varando la propria proposta di riforma dei vitalizi, aveva fatto una scelta di enorme importanza: i tagli, le restituzioni, i risparmi della riforma, in particolare quelli sui 50 milioni destinati agli ex consiglieri sulla base dell’infelice legge del 2012, sarebbero confluiti in un fondo a sostegno dell’occupazione, delle famiglie e delle persone in difficoltà. Era un atto concreto per dire ai cittadini: scusateci, abbiamo sbagliato, correggiamo questa vergogna, rinunciamo a una parte dei nostri privilegi e destiniamo questi soldi a chi ne ha più bisogno. Un gesto di riscatto. Che ora però è sparito dal disegno di legge attualmente in discussione». Sotto accusa è l’articolo 18 del ddl dove si dice che gli oneri della riforma (per le pensioni dei futuri consiglieri) saranno finanziati con i risparmi della riforma stessa. «La volontà del legislatore è chiara, i soldi restano a noi», accusa Passerini, che chiede di ripristinare il fondo. Richiesta che era già stata avanzata dalla maggioranza ai capigruppo.

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