Vitalizi, gli ex Svp non cedono sui ricorsi

I sindacati: mancanza di responsabilità. Oggi la nuova legge in commissione, confronto aperto anche in maggioranza



BOLZANO. Dialogare sì, ma intanto le posizioni non cambiano. Gli ex consiglieri Svp incontrano i vertici del partito, ma restano sulle loro posizioni in tema di vitalizi. «La nostra linea è quella del ricorso, in passato abbiamo già dato», così Franz Pahl, uscendo dal colloquio con l’Obmann Philipp Achammer. In casa della Stella alpina si discute anche della posizione da tenere oggi in commissione legislativa del consiglio regionale, dove approdano i disegni di legge di maggioranza ed opposizione sul regime previdenziale dei consiglieri. «Si inizierà con le proposte delle minoranze - da quelli del consigliere Borga al disegno di legge del M5S, su cui voteremo contro, poi siamo invece favorevoli al ddl n.8 proposto dall’ufficio di presidenza (il pregresso), mentre sul secondo disegno di legge della maggioranza - la previdenza per il futuro - ci sarà da discutere punto su punto», sottolinea Helmuth Renzler.

Prendi ad esempio la questione dell’età pensionabile a 66 anni. Nella Stella alpina non la pensano tutti allo stesso modo. E così Renzler si affretta a dire che «sull’argomento il partito non ha ancora preso una decisione». Il confronto si annuncia da subito tutt’altro che semplice e scontato. Da una parte, oltre al Pd, anche il coordinamento dell’Upt mercoledì sera si è pronunciato a favore del mantenimento dell’età pensionabile a 66 anni. Dall’altra, la Svp non ha una posizione così netta, anzi tra le fila del partito di maggioranza in Alto Adige c’è voglia di discuterne ancora. Così potrebbe prevalere, nell’agone politico, una scelta di compromesso. Donatella Conzatti (Upt) esprime infatti questo timore: «Come partito, abbiamo mantenuto l’idea di fissare a 66 anni l’età per iniziare a percepire il vitalizio. Vorremmo chiudere con urgenza la questione, ma la posizione più rigida della Svp ci potrebbe portare a una soluzione negoziata». Renzler ipotizza che oggi non si riesca ad approvare entrambi i ddl: questioni tecniche, ma non solo.

In questa prima fase non sono ammessi emendamenti: dopo l’esame della commissione legislativa i testi andranno in consiglio regionale, ed è solo in quel momento che verranno vagliati gli eventuali emendamenti ai ddl firmati dal presidente del consiglio Diego Moltrer.

Intanto ieri quest’ultimo ha incontrato i sindacati, moderatamente soddisfatti dell’impianto dei due ddl presentati dall’ufficio di presidenza. «Anche se l’attualizzazione non ci convince», sottolinea ad esempio Toni Serafini della Uil altoatesina. «I ricorsi sono una mancanza di responsabilità, solo la difesa di un privilegio», così i sindacati.

Tornando ai problemi in casa Svp, la riunione di ieri con gli ex consiglieri non è servita a convincere Pahl e compagnia a non fare i ricorsi. Nella sede della Stella alpina due ore di incontro. Insieme all’ex presidente del consiglio regionale presenti anche gli ex Bruno Hosp, Hanspeter Munter, Robert Kaserer e Walter Baumgartner. Di fronte a loro Achammer, Arno Kompatscher, Dieter Steger, Thomas Widmann, Oswald Schiefer, Christian Tschurtschenthaler e lo stesso Renzler che oggi sarà in commissione al posto di Wurzer, mentre Tschurtschenthaler sostituirà la Amhof. «Le differenze sono rimaste», spiega Achammer. Il nocciolo del ddl sull’interpretazione autentica è quello che agisce sui famosi anticipi e sulle quote del fondo Family, elevando il tasso di sconto ed abbassando l’aspettativa di vita.

Per Moltrer i due ddl permetteranno un risparmio per oltre 40 milioni di euro. L’obiettivo è portarli in aula nella seduta di luglio. «E se domani, (oggi, ndr) non si arriverà al via libera della commissione, si può sempre convocarne una nuova nel mese in corso», chiude Renzler.













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