«Volevo ancora suonare insieme a Donna Summer»

Moroder ricorda la regina della disco music: nessuno dei due pensava che saremmo diventati famosi per aver creato un nuovo genere musicale


di Fabio Zamboni


BOLZANO. Se Donna Summer era la regina della disco music, il gardenese Giorgio Moroder era il suo re. E il produttore discografico e compositore pluripremiato agli Oscar piange la regina che se n’è andata all’età di 63 anni. Ce lo racconta al telefono da Parigi, dove si trova per lavoro, allontanando i propositi di pensionamento che aveva manifestato al compimento dei 70 anni. «L’ho saputo da un amico che mi ha telefonato da Los Angeles e ci sono rimasto malissimo perché l’ho vista per l’ultima volta due settimana fa, in California. Dopo aver venduto la mia casa di Beverly Hills e dopo aver trasferito la residenza principale in Svizzera, ho affittato a Los Angeles un appartamento in un grattacielo: io al quinto piano, Donna Summer al quarto. Per cui la vedevo spesso», afferma Moroder.

E come stava?

«Stava bene. Da anni sapeva di avere un tumore, ma lo stava combattendo con energia e con buoni risultati. Ci scherzava sempre su, anche se negli ultmi tempi diceva di avere mal di testa e di soffrire di vertigini, per cui non voleva più prendere l’aereo. Il marito della figlia mi ha detto che si è sentita male lunedì sera».

Il funerale?

«Domani. E non so nemmeno se mi daranno il visto per rientrare così in fretta, ora che ho la residenza qui. Spero di farcela».

Il ricordo più bello?

«Sicuramente l’incisione di Love to love you baby, a Monaco nel 1976. Nessuno dei due pensava che sarebbe diventato il successo che invece è stato e che entrambi saremmo diventati famosi per aver creato un genere nuovo».

Ma poi avete lavorato ancora assieme.

«Negli anni Ottanta abbiamo inciso ancora qualcosa assieme, ma proprio lo scorso inverno avevamo parlato della possibilità di esibirci ancora assieme, anche solo per un concerto. Lei aveva 63 anni e una grande voglia di vivere. Pensi che negli ultimi tempi aveva perso 30 kg, e non per colpa della malattia».

E adesso Giorgio Moroder vorrà ricordarla in qualche altro modo, e da solo.

«Eh sì. Anzi, poco prima della vostra telefonata avevo deciso di scrivere ai responsabili dell’Anfar, l’associazione anti-Aids di Elton John, per avvisarli che vorrei fare un omaggio a Donna nell’evento a cui mi hanno invitato: il 24 maggio farò il dj al megaparty benefico al Festival del cinema di Cannes e credo proprio che le dedicherò “I feel love”...».

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